Materia Medica di Pinocchio

Chi al mondo non conosce Pinocchio e le sue "Avventure"? Sull'opera di Collodi sono state spese fiumi di parole e il suo libro è stato tradotto oltre 240 volte, riscuotendo l'apprezzamento di grandi e piccini.

Nessuno però prima d'ora aveva pensato di "mandare dal Medico Omeopata" per una visita Pinocchio e gli altri protagonisti. È possibile attribuire, sulla base delle caratteristiche dei personaggi, il rimedio omeopatico loro affine?

Ci provano la Dr.ssa Laura Naselli e la Dr.ssa Michela Casanica che, in queste pagine, cercano di fornire una loro interpretazione in chiave omeopatica delle "Avventure" scritte da Collodi.

La Dr.ssa Naselli a parole, con uno stile professionale quando serve, alternato a uno scherzoso e ironico che rende la lettura estremamente piacevole. La Dr.ssa Casanica invece per mezzo di alcune illustrazioni dei personaggi analizzati, così da concretizzare in modo vivido la loro essenza nella mente del lettore.

PREMESSA
PREFAZIONE ALLE ILLUSTRAZIONI
MAESTRO CILIEGIA
Visita omeopatica
GEPPETTO
Visita omeopatica
GRILLO-PARLANTE
Visita omeopatica
LA FATA
Visita omeopatica
MANGIAFOCO
Visita omeopatica
LA VOLPE E IL GATTO
Visita omeopatica
LUCIGNOLO
Visita omeopatica
L'OMINO
Visita omeopatica
PINOCCHIO
Visita omeopatica
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
INDICE

Carlo Lorenzini, noto con lo pseudonimo di Collodi, nacque a Firenze nel 1826 e vi morì nel 1890.

Chi ne avesse voglia può trovare in rete e, non soltanto, moltissime note biografiche, ma difficilmente coglierà la vera essenza di quest'uomo di cui si è detto tutto e il contrario di tutto. Di volta in volta, a seconda dell'occhio che scrutava, egli è stato definito: profondamente cristiano, irridente massone, piccolo borghese, castigatore di costumi, grande amatore di donne, omosessuale nascosto, amareggiato da un amore deluso, afflitto dal complesso di Edipo, uomo dell'Ottocento, antesignano della liberazione della donna e altro ancora. Di lui si è scritto che gli piaceva passare i suoi pomeriggi seduto in un bar a sorseggiare assenzio e tagliare addosso i panni agli altri.

Di certo doveva trattarsi di un uomo non banale se la sua opera principale è stata tradotta oltre 240 volte (Fondazione nazionale Carlo Collodi, fine anni novanta) persino in gaelico, gallese e in esperanto (tesi dottorato V. Giovannoli).

Le chiavi di lettura sono state le più varie, da quella messianica a quella esoterica, tanto per citarne due.

Nelle pagine che seguono tenterò di offrire una visione omeopatica di Pinocchio e dei suoi compagni di avventura, sempre con l'aiuto della mia amica Michela, abile e gioiosa illustratrice nonché Omeopata a sua volta. Con molta umiltà mi accosto a questi straordinari e magici personaggi, mi inchino a qualunque altra valutazione omeopatica scelta da Colleghi molto più ferrati di me in materia. Tutto ciò nel ricordo di mia Madre, maestra, che ha letto e spiegato le Avventure di Pinocchio a generazioni di alunni. Sono certa che mi sorriderà da quel luogo di pace dove adesso riposa per sempre.

Laura Naselli

In età adulta, ho appreso che le favole sono state oggetto di svariate interpretazioni: ci sta quella su base psicoanalitica, quella con risvolti storico/sociali e perfino quella, grazie alla mia amica Laura, su sfondo omeopatico... Sta di fatto però, che le favole sembrerebbero nate per essere raccontate ai bambini. E qua ti voglio: quando a sette anni mio padre mi regalò "Le avventure di Pinocchio" e diligentemente lessi il libro, non mi piacque affatto, anzi, mi sentii irritata e turbata. Infatti, personaggi e vicissitudini del racconto mi impaurirono rattristandomi a tal punto che pensai, lo ricordo ancora, che un sadico aveva scritto cose paurose apposta per farle leggere ai bambini.

Così quando Laura mi propose di illustrare le vignette di questa Materia Medica di Pinocchio feci, come si suol dire, un sacco di storie. Le dissi che era una favola che non mi era mai piaciuta, perseverai affermando che l'unica cosa che mi ricordassi erano il naso di Pinocchio che si allungava con le bugie e l'odioso Lucignolo tentatore, a cui peraltro da bambina avevo riservato attenzione solo perché convinta che si trattasse di mio cugino Saverio. Ma lei insistette. Insistette talmente tanto che mi procurai una versione delle Avventure di Pinocchio e a oltre mezzo secolo di distanza (orrore!) rilessi la favola. Fu così che mi balenò per la mente che Pinocchio e le sue avventure, più che un racconto scritto per intrattenere un pubblico infantile, fossero invece la narrazione della nascita e della maturazione di una persona nel corso della prima giovinezza, senz'altro in chiave metaforica, ma pur sempre il romanzo di una crescita attraverso le esperienze della vita.

E fu proprio la brezza malinconica e carica dei profumi dell'infanzia e poi dell'affacciarmi alla vita che mi spintonò con garbo verso le esperienze di Pinocchio, i cui principali incontri ho illustrato con ritrovata leggerezza. Ero infatti ormai certa che seppur di favola si trattava, non era questa una favola per bambini, quanto piuttosto una metafora dell'evoluzione da bambino a uomo, destinata agli adulti che con sorpresa abbiano voglia di guardarsi indietro.

Dedico le mie illustrazioni a Mario, così Lucignolo e così Pinocchio allo stesso tempo.

Michela Casanica