Keynotes
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- Formato: Libro cartaceo - 523 pag
- Autore: Henry Clary Allen
- Editore: Cemon
- Anno stampa: 2003
- EAN: 9788888167077
- Valutazione media: da 2 utenti
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Lo trovi in: Clinica Omeopatica Materia Medica Omeopatica
Descrizione
"È assolutamente importante che il primo passo nello studio della medicina Omeopatica sia fatta correttamente, poichè, dopo, il percorso è più diritto e la vista più aperta."
Questo libro di Materia Medica riporta gli elementi essenziali più importanti di ogni rimedio e saranno piccole perle per gli intenditori.
Scritti che precedono la traduzione del Dr. Seror
Per gentile concessione del Dr. Robert Séror (medico omeopata francese più che ottantenne, divulgatore e traduttore instancabile dei classici della letteratura anglofona in francese) alle Edizioni Salus Infirmorum, pubblichiamo gli scritti che precedono la sua traduzione delle Keynotes di Henry C. Allen. Essi comprendono una lettera inedita di Pierre Schmidt, omeopata ginevrino e una breve biografia dell’autore scritta dal figlio, Franklin Lyman Allen. La prefazione è a cura di Pierre Vannier, Presidente del Centre Homéopathique de France e l’introduzione è di George Hodiamont.
Alcune precisazioni di Pierre Schmidt su Henry Clay Allen
Il 28 febbraio 1969 il Dr. Séror scrisse al Dr. Schmidt per chiedergli delle precisazioni sulla vita di Henry C. Allen, in particolare per sapere quale fosse esattamente il suo secondo nome.
Pierre Schmidt, che era stato allievo diretto del principale allievo di Kent, aveva consacrato tutta la vita allo studio del Repertorio, della Materia Medica e delle Lezioni di filosofia di Kent. Aveva anche tradotto la 6a edizione dell’Organon di Samuel Hahnemann.
Ecco cosa gli rispose:
«Caro collega,
Sono d’accordo a pubblicare la traduzione dell’opera di Allen. Purtroppo, nonostante tutte le mie ricerche, mi è stato impossibile scoprire a cosa si riferisce la C. del secondo nome di Allen. Non ho trovato niente nei vecchi libri. Non capisco perché me lo domandi, di Henry C. ne esiste uno solo. Questo medico con barbetta e aria da persona timida, è stato l’editore di Medical Advance. Ha fondato l’Hering's Medical College a Chicago nel 1892. Prima vi ha insegnato anatomia, poi chirurgia, e infine materia medica e medicina generale. É stato poi a capo del Reparto di Medicina clinica e omeopatia all’Università del Michigan. È nato il 2 ottobre 1846 e si è sposato nel 1867. Ha avuto un figlio, Franklin, e una figlia, Helen. Sono sempre a sua disposizione per qualsiasi informazione, quando le capita sarei lieto di avere una sua foto. Le invio la mia. Cordiali saluti.»
Breve biografia di Henry Clay Allen scritta dal figlio Franklin Lyman Allen
Allen ha scritto una Materia Medica dei nosodi che, insieme a quella di O.A. Julian, dà il quadro più completo di questi rimedi. Nell’introduzione alla Materia Medica dei Nosodi, terminata nel 1908 e pubblicata nel 1910, il figlio Franklin scrisse questa breve biografia.
Il Dr. Henry Clay Allen nacque nella cittadina di Niletown, vicino a Londres (Ontario, Canada), ed era figlio di Hugh e di Martha Billings Allen.
Da parte di padre, discendeva da una onorabile famiglia di Vermonter, dal generale Ira Allen e da Ethan Allen, personaggi di spicco durante la Rivoluzione.
I Billings, famiglia della madre, erano coloni molto conosciuti : il bisnonno era stato il proprietario delle terre su cui fu costruita l’attuale città di Salem.
Dopo aver venduto casa, la famiglia Allen si trasferì a Deerfield, nel Connecticut, ai tempi in cui le tribù indiane saccheggiavano e devastavano la regione.
Studiò inizialmente alla Scuola comunale di Londres (Ontario), e in seguito vi insegnò per qualche tempo.
Studiò medicina al « Western Homoeopathic College » di Cleveland (Ohio), chiamato ora « Cleveland Homoeopathic College », dove si laureò nel 1861.
Più tardi completò gli studi alla facoltà di Medicina e chirurgia del Canada.
Subito dopo la laurea si arruolò nell’esercito, dove svolse il ruolo di chirurgo agli ordini del generale Grant.
Finita la guerra, gli fu proposta la cattedra di anatomia all’università in cui aveva studiato, cioè a Cleveland. In quella stessa città cominciò a esercitare la medicina.
Più tardi accettò la stessa cattedra all’« Hahnemannian Medical College » di Chicago.
Nel 1868, gli fu offerta la cattedra di chirurgia, come successore del Dr. Beeb, ma egli rifiutò.
Si stabilì poi a Brantford (Ontario, Canada) dove sposò, il 24 dicembre 1867, mia madre, Selina Louise Goold. Dal matrimonio nacquero due figli: Franklin Lyman Allen e Helen Marian Allen .
Nel 1875, la famiglia si trasferì a Detroit (Michigan, Usa), dove, nel 1880, fu nominato professore di materia medica all’università del Michigan. Poi ci stabilimmo a Ann Arbor, dove mio padre visse fino al 1890, prima di trasferirci definitivamente a Chicago.
Nel 1892 fondò l’ « Hering Medical College and Hospital ». ne fu preside e professore di materia medica fino alla morte, avvenuta il 22 gennaio 1909.
Mio padre fu un membro stimato delle seguenti associazioni scientifiche :
· American Institute of Homoeopathy ;
· International Hahnemannian Association ;
· Illinois Homoeopathic Medical Association ;
· Englewood Homoeopathic Medical Society ;
· Regular Homoeopathic Medical Society di Chicago ;
· Vicepresidente onorario del Cooper Club di Londra, Gran Bretagna;
· Membro onorario di associazioni mediche degli stati del Michigan, New York, Pennsylvania e Ohio;
· Membro onorario della Homoeopathic Society di Calcutta, India.
Per moltissimi anni fu proprietario, fondatore e redattore della rivista « Medical Advance ».
Scrisse molti articoli scientifici sulla sua rivista, ma anche in altre e pubblicò numerosi testi, i più importanti dei quali sono :
· Keynotes dei principali rimedi omeopatici, che divenne il suo libro di testo al Canadian Medical College.
· Terapia omeopatica della febbre intermittente (paludismo);
· Terapia omeopatica delle febbri.
· Terapia della tubercolosi.
· E recentemente ha revisionato il Repertorio di Boenninghausen, l’ha attualizzato in maniera pratica, rapida ed efficiente.
Ricordo che il suo ultimo lavoro, la Materia medica dei nosodi, fu terminato poco prima che morisse. Quest’opera fu il coronamento di anni di studi, esperienze e proving su moltissimi nosodi.
Prefazione di Pierre Vannier
Medico interno all’ospedale di Parigi.
Ex primario e presidente del Centre Homéopathique de France.
Henry Clay Allen, professore di Materia Medica all’Hering Medical College di Chicago alla fine del 1800, è uno degli omeopati più famosi di tutti i tempi.
La sua reputazione è internazionale, le sue opere attuali ancor oggi e, insieme alla sua Terapia delle febbri, le Keynotes dei principali rimedi della materia medica, costituiscono un insegnamento prezioso per gli omeopati di tutte le età.
Le Keynotes non sono semplicemente una raccolta di sintomi patognomonici. Come dice il nome, descrivono quelle caratteristiche specifiche che sono la vera e propria chiave di ciascun rimedio, e conducono alla scelta del rimedio. Più si conoscono queste chiavi, più si è in grado di utilizzare la terapia omeopatica.
Molti sono segni inaspettati, insoliti, e Kent, dopo Hahnemann, ha insistito molto sul valore fondamentale delle caratteristiche che escono dall’ordinario.
Non devono però essere ‘il’ sintomo che determina obbligatoriamente la prescrizione, ma indurre a fare confronti o trovare sovrapposizioni fra sintomi, per arrivare a trovare, fra rimedi spesso affini, un determinato simillimum. Come ci ha insegnato Hahnemann, solo l’insieme dei sintomi sta alla base di ogni terapia omeopatica.
Claude Bernard diceva : « Ciò che esiste e ciò che ha vita è l’insieme ».
Senza dubbio i lettori di questo testo troveranno un insieme molto prezioso, che darà loro soddisfazioni nell’esercizio della pratica professionale, ma soddisferà anche i pazienti che avranno fiducia il loro.
Ringrazio il Dr. Séror per la generosa traduzione francese.
Introduzione di Georges Hodiamont
Il Dr. Hodiamont conobbe l’omopatia attraverso Léon Vannier, quando si rifugiò in Francia durante la Seconda Guerra Mondiale. Di formazione kentista, il suo Trattato di farmacologia omeopatica è una delle opere fondamentali dell’omeopatia francofona.
L’omeopatia è una scienza difficile. Non solo richiede uno studio lungo e attento della materia medica, dell’insieme dei sintomi di ogni rimedio e un conseguente notevole sforzo di memoria, ma esige anche capacità di sintesi, l’arte di comprendere l’insieme dei sintomi di ogni rimedio e costruire un quadro completo e coerente. È necessario, inoltre, saper fare confronti di rimedi, saper valutare le somiglianze e le differenze, paragonare i sintomi di diversi rimedi con quelli del malato e trovare le corrispondenze e le differenze in ciascun caso.
Solo attraverso uno studio lungo e perseverante il professionista che vuol esercitare seriamente l’omeopatia e arrivare a prescrivere il simillimum di ogni caso, riuscirà ad impadronirsi dell’arte di trovare il rimedio più adatto ai sintomi del paziente.
Per facilitare questo compito sono stati pubblicati parecchi testi, che cercano di sistematizzare, a volte anche di semplificare lo sforzo dello studente. A questo scopo i repertori sono libri preziosi, d’uso quotidiano, che permettono a chi conosce già la materia medica di orientarsi rapidamente verso un rimedio o un altro durante la visita.
Anche un libro come questo di Henry C. Allen, proprio perché è intitolato Key-notes, cioè « sintomi chiave », ma che sarebbe meglio intitolare « sintomi che fanno venire in mente un certo rimedio », permette di orientarsi verso uno o un altro rimedio e quindi è una guida estremamente utile.
Nell’utilizzare questa guida conviene quindi non accontentarsi mai di un sintomo, non prescrivere un rimedio in base a un sintomo solo, anche se si tratta di un « sintomo chiave ». Bisogna sempre guardare l’insieme dei sintomi del malato, e se il sintomo chiave non vi corrisponde, bisogna cercarne un altro che vi corrisponde meglio.
Ciò ci obbliga a considerare la « valorizzazione dei sintomi », così importante per non commettere errori di prescrizione e trovare il simillimum, unico rimedio che guarirà rapidamente il malato.
I sintomi che derivano dall’interrogatorio del paziente o che ci racconta il paziente stesso, se è abbastanza loquace, sono molto vari.
Ce ne sono di importantissimi e di relativamente importanti, ma ce ne sono anche di banali e comuni, che non servono praticamente a nulla per trovare un buon rimedio.
Bisognerà allora fare una selezione per valorizzare certi sintomi, cioè accordare a ciascuno di essi il valore che merita e classificare secondo una gerarchia di valori ognuno dei sintomi selezionati. Non sempre è facile.
A questo scopo è molto utile il Repertorio di Kent.
Egli valorizza i sintomi in tre categorie: quelli in grassetto sono rimedi che presentano un sintomo al massimo grado, quelli in corsivo al secondo grado e quelli in carattere normale possiedono in grado minimo quel sintomo.
Ma c’è di più. Bisogna possedere la chiave di questa valorizzazione se la si vuol utilizzare al meglio. Proverò ora a esporre molto brevemente un metodo.
Prima di tutto si devono classificare i pazienti secondo le modalità di aggravamento con il caldo o il freddo, perché non va mai bene dare un rimedio «caldo», cioè che ha un aggravamento col calore, a un paziente «freddo», cioè che peggiora col freddo. Il paziente è “caldo” o “freddo” proprio come ci sono rimedi “caldi” o “freddi”. Sulphur è “caldo”, Arsenicum è “freddo”. Non si potrà mai dare Arsenicum a un paziente che peggiora con il calore. Le modalità di caldo e freddo sono perciò fondamentali.
Altre modalità sono: miglioramento o peggioramento all’aria aperta, con il movimento, con la posizione seduta o distesa, con la pressione sull’organo malato. Il miglioramento o peggioramento secondo i momenti della giornata o della notte, a volte secondo l’ora, secondo il clima, l’umidità o il tempo secco, secondo le stagioni ecc…., mangiando, col sonno, con le mestruazioni ecc. …, sono tutti sintomi importanti e che bisogna valorizzare.
Una cosa su cui non si insiste mai abbastanza nello studio della Materia Medica è la conoscenza dei desideri e delle avversioni alimentari del paziente. La sete o l’assenza di sete, la fame o l’assenza di fame sono sintomi noti per la loro importanza.
Ma anche i desideri e le avversioni per un certo alimento in particolare sono molto importanti. Non si può dare un rimedio che detesta i grassi come Pulsatilla a un paziente che li ama, come Sulphur. Si potranno distinguere i due rimedi proprio per questo desiderio/avversione alimentare. E siccome sono entrambi rimedi aggravati dal calore, questa modalità permetterà di distinguerli facilmente. Inoltre, quello che vale per i grassi vale anche per gli altri alimenti comuni: lo zucchero, la carne, il latte, le uova, il burro ecc.
Bisogna tenere conto dei sintomi mentali, fondamentali per scegliere bene il rimedio. Non si può dare un rimedio dal carattere dolce come Pulsatilla a un paziente irritabile e violento come Nux vomica o Hyosciamus. Non si può dare un rimedio agitato e dinamico a un malato calmo e astenico, e così via.
Ecco perché vanno valutati i seguenti sintomi mentali:
La lentezza,
lo stupore,
l’agitazione,
la tranquillità,
lo scoraggiamento,
l’indifferenza,
l’indecisione,
il desiderio di solitudine o di compagnia,
l’umore mutevole,
la timidezza,
il carattere attaccabrighe,
le idee fisse,
l’avversione al lavoro,
l’impazienza,
sono tutti stati mentali di cui bisogna tenere conto per trovare il simillimum.
Per finire i sintomi strani, rari e peculiari hanno una importanza speciale e qui entriamo nel campo delle «Keynotes», dei sintomi chiave o sintomi che fanno venire in mente un rimedio.
É normale avere sete quando si ha la febbre, ma, se non la si ha, è un sintomo strano raro e peculiare. L’assenza di sete sarà quindi un sintomo che richiama un certo rimedio, per esempio Gelsemium. É normale che una ghiandola infiammata sia dolorosa, ma che non faccia assolutamente male è raro e peculiare. Che una diarrea si accompagni a coliche è comune, ma che sia indolore è particolare… ecc. I sintomi strani rari e peculiari saranno quindi sintomi di richiamo, “sintomi chiave” di certi rimedi.
Però, per utilizzarli correttamente, non bisogna mai dare il rimedio in base a quell’unico sintomo chiave. Bisogna avere chiaro il quadro clinico del rimedio, l’insieme di tutti i sintomi. Se è ben inquadrato, si può utilizzare, ma se non lo è, bisogna cercarne un altro che corrisponda meglio.
La selezione giudiziosa permetterà allora di utilizzare in modo straordinariamente efficace i sintomi chiave e darà al medico che la pratica un vero e proprio potere magico sulla malattia. Quando si individua esattamente il simillimum, si ottengono in omeopatia risultati eccezionali, che rasentano la magia e hanno fatto attribuire talvolta il soprannome di ‘dottor miracolo’ a certi omeopati.
Ringraziamo il Dr. Séror per il suo impegno di traduttore e per aver permesso ai medici che saranno capaci di usare giudiziosamente le « Keynotes » di Allen di diventare tutti dei « dottori miracolo».
Bruxelles, 1 febbraio 1967
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