I sintomi principali di Sulphur

Mi sono impegnato a scrivere alcune note su questa Meravigliosa sostanza per i motivi seguenti:

1) Perché lo stesso Hahnemann la valutò molto, classificandola al primo posto tra gli antipsorici.

2) Perché, oltre a ciò, è un policresto della più grande importanza.

3) Perché, essendo un rimedio di azione così estesa, è necessario compararlo con molti altri rimedi ai quali somiglia in molti punti.

4) Perché è di certo il mio rimedio costituzionale e io gli sono per sempre debitore per il suo favoloso aiuto.

Spero sinceramente che qualcuno dei miei confratelli possa essere interessato e aiutato.

È con vivo piacere che ho accolto l'invito del dott. Francesco Chianese a rivedere la traduzione da lui fatta in lingua italiana del libro «Sulphur» di Nash.

Ammiro molto Nash fin da quando, giovane neofita, ricevetti dal mio papà una copia della sua Materia medica: ricca di annotazioni cliniche, di note argute e divertenti, di esperienze personali soprattutto, mi introdusse in modo tanto piacevole quanto proficuo nello studio delle fonti classiche della Materia medica omeopatica.

Ritrovo lo stesso spirito in questo piccolo saggio su Sulphur che è vissuto dall'Autore con l'entusiasmo di chi non fa mai della Omeopatia una abitudine, qualcosa di scontato, ma ogni volta sente veraviglia e gratitudine per la insostituibile e straordinaria Legge dei Simili. Di essa Nash è uno dei più fedeli cultori, uno dei numerosi medici che nel secolo scorso hanno servito con umiltà e direi quasi con religiosità l'Omeopatia come una delle più belle manifestazioni della miracolosa perché non spiegata, scientifica perché puntualmente costante nel riprodursi del fenomeno.

Nash ha il pregio fondamentale di riportarci ad un rigore essenziale nella applicazione della Legge dei Simili attraverso lo studio attento, scrupoloso, mirato, del sintomo omeopatico.

Auguro a tutti, soprattutto ai neofiti, di lasciarsi permeare dal sempre giovanile entusiasmo che anima questo grande vecchio ammirevole Maestro.

Dott.ssa Orintia Mattoli