Fitoterapia e Omeopatia. Moderne tecniche mediche
Farmacognosia e tossicologia di 200 bioterapici
- Affrettati! Solo 2 disponibili in pronta consegna
- Formato: Libro cartaceo - 610 pag
- Autore: Valter Masci
- Editore: Edra
- Anno stampa: Novembre 2018
- EAN: 9788821448225
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Lo trovi in: Ricerca Omeopatica Fitoterapia
Descrizione
Modernizzazione e maggiore integrazione di Omeopatia e Fitoterapia con la Medicina ufficiale: questo è lo scopo del libro.
L'analisi dell'attività farmacologica e tossicologica dei principi attivi presenti nei rimedi fitoterapici consente di descriverne l'efficacia e i meccanismi d'azione, e ne spiega eventuali effetti collaterali, controindicazioni e interazioni farmacologiche.
Per quanto riguarda l'Omeopatia, il volume propone una nuova suddivisione dei rimedi omeopatici in due categorie, quelli definibili ad azione simil-allopatica per l'azione fisiologica dei principi attivi presenti nella Tintura Madre, e quelli ad azione propriamente-omeopatica, per l'azione tossicologica dei suddetti principi attivi.
Inoltre Valter Masci rilegge i principi teorici hahnemanniani alla luce delle moderne teorie del Microdosing e dell'Ormesi, proponendo interpretazioni scientifiche ampiamente documentate.
Il libro è uno strumento di studio per il medico, il farmacista e il biologo, ed è un ausilio pratico, rigoroso e aggiornato per chiunque utilizzi la Fitoterapia e l'Omeopatia nella propria pratica quotidiana.
Indice del libro
Parte I
CAPITOLO 1 - La Fitoterapia moderna
CAPITOLO 2 - Il primo problema da risolvere in Omeopatia: lo studio delle Tinture Madri
CAPITOLO 3 - Omeopatia: principi teorici
CAPITOLO 4 - Preparazione del rimedio omeopatico
CAPITOLO 5 - Esempi di rimedi ad azione simil-allopatica
CAPITOLO 6 - Esempi di rimedi ad azione propriamente-omeopatica
CAPITOLO 7 - Gli aggravamenti omeopatici e la scelta della diluizione
CAPITOLO 8 - È indispensabile la diagnosi medica per poter scegliere il rimedio più indicato
CAPITOLO 9 - Rivalutazione di rimedi cosiddetti minori
CAPITOLO 10 - Quali diluizioni per sintomi fisici e quali per quelli psichici?
CAPITOLO 11 - Spiegazione scientifica delle cosiddette keyword
CAPITOLO 12 - Tecnica del Microdosing
CAPITOLO 13 - Teoria dell'Ormesi
CAPITOLO 14 - Omeopatia, terapia moderna
CAPITOLO 15 - Ricerca scientifica in Omeopatia
CAPITOLO 16 - Che cosa si dice dell'Omeopatia
CAPITOLO 17 - La mia definizione di Omeopatia
CAPITOLO 18 - Quali malattie si curano con l'Omeopatia e perché?
Conclusioni
Bibliografia essenziale
PARTE II - Monografie
Abies nigra |
Hydrastis canadensis Hydrocotyle asiatica Hypericum perforatum Indigo tinctoria Iris versicolor Kali carbonicum Kali muriaticum Kali sulfuricum Kalmia latifolia Kreosotum Laburnum anagyroides Lathyrus sativus Ledum palustre Lobelia inflata Lolium temuletum Luffa operculata Lupulus Lycopus virginicus Majorana Manganum aceticum Melilotus Menispermum canadense Mercurius corrosivus Mercurius cyanatus Mercurius dulcis Mercurius solubilis Mezereum Millefolium Momordica balsamina Moschus Mygale lasiodora Myrica cerifera Myristica sebifera Natrum carbonicum Natrum muriaticum Natrum sulfuricum Nitricum acidum Nux moschata Nux vomica Ignatia amara Ocimum canum Oenanthe crocata Oleander Onosmodium virginianum Oreodaphne californiana Ornithogalum umbellatum Paeonia officinalis Pareira brava Petroselinum sativum/crispus Phellandrium aquaticum Phytolacca decandra Picric acidum Picrorhiza kurroa Plantago major Plumbum Podophyllum peltatum Polygonum hydropiper Populus tremula Pulsatilla Quillaja saponaria Ranunculus bulbosus Rathania Rhus toxicodendron Ricinus communis Robinia pseudoacacia Rubia tinctorium Sabadilla officinarum Sabdariffa Sabina Sanguinaria canadensis Scrophularia nodosa Scutellaria baicalensis Scutellaria laterifolia Secale cornutum Senega Sepia Solanum malacoxylon Solanum nigrum Solidago virga aurea Spigelia anthelmia Sulphur Sulphuricum acidum Tanacetum vulgare Tarentula hispana Thallium Thlaspi bursa pastoris Thuja occidentalis Tribulus terrestris Trillium erectum/pendulum Urtica urens/dioica (foglie) Urtica urens/dioica (radici) Ustilago maydis Veratrum album Verbascum densiflorum Verbascum thapsus Verbena officinalis Viburnum lantana Viburnum opulus Viburnum prunifolium Viola odorata Viola tricolor Xanthoxylum fraxineum Zincum metallicum
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Indice delle sostanze bioterapiche
Acetato di manganese Achillea millefolium Acido arsenioso Acido nitrico Acido solforico Anamirta cocculus Andira araroba Antimoniltartrato di potassio Arisaema triphyllum Artemisia absinthium Artemisia cina Bidoruro di mercurio Bromo Capsella bursa-pastoris Carbonato di ammonio Carbonato di bario Carbonato di calcio Carbonato di potassio Carbonato di sodio monoidrato Centella asiatica Chamaelirium luteum Chondrodendron tomentosum Cianuro di mercurio Cimicifuga racemosa Cinchona Citrullus colocynthis Citrus aurantium Clematis recta Cloruro di mercurio Cloruro di oro Cloruro di potassio Cloruro di sodio Copaifera langsdorffii Creosoto Dactilomus coccus costa Daphne mezereum Dieffenbachia seguine Ecballium elaterium Ergot della Secale cereale Ferula asafoetida Fluoruro di calcio Fosfato di calcio Garcinia morella/Garcina hanburyi (frutto) Garcinia morella/Garcina hanburyi (resina) Hepar sulfuris calcareum Hibiscus sabdariffa |
Humulus lupulus Hyacinthoides non-scripta Idrossido di potassio più solfato di calcio Indigofera tinctoria Juniperus sabina Krameria triandra Latrodectus tredecimguttatus Lithospermum officinale Lytta vescicatoria Marsdenia condurango Melaleuca leucadendron Melilotus officinale Mikania amara Moschus moschiferus Mucuna pruriens Myristica officinal is/fragrans Nerium oleander Nitrato basico di bismuto Nitrato di mercurio e di ammonio Nitrato d'argento Origanum majorana Ossido di alluminio Piombo Piper cubeba Polygala senega Punica granatum Rame Rhododendron tomentosum Sabadilla officinalis Sepia officinalis Solanum dulcamara Solfato di potassio Solfato di sodio Strychnos ignatii Strychnos nux-vomica Syzygium jambolanum (radici e foglie) Syzygium jambolanum (semi) Tallio Trinitrofenolo Trisolfuro di antimonio Umbellularia californica Virola sebifera Vitex agnus-castus Zinco Zolfo
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Presentazione - Francesco Macrì
Lo scopo di questo libro di Valter Masci è espresso a chiare lettere: modernizzare l'Omeopatia! Anche se il concetto non venisse espresso dall'autore, emerge comunque durante la lettura, perché il punto di vista di Masci è proprio quello del ricercatore, di colui che non si "accontenta", di colui che "va a fondo". L'avevo intuito alcuni anni fa, un pomeriggio in cui, per una serie di circostanze favorevoli, avemmo modo di parlare a lungo della sua modalità di approccio all'Omeopatia: allora si parlava di una lettura in chiave moderna della descrizione delle sperimentazioni patogenetiche delle sostanze, oggi, nel libro, l'argomento è diverso, ma lo spirito è lo stesso.
Quanti di coloro che conoscono e praticano l'Omeopatia hanno spesso sentito l'esigenza di un rinnovamento, di una modernizzazione? Molti sicuramente, tutti forse, perché nelle materie mediche abbiamo difficoltà a interpretare come sintomo chiave, ad esempio per un dolore artrosico, il miglioramento con l'immobilità oppure con il movimento, ma soprattutto, in un epoca in cui la Medicina si sta muovendo nel campo delle scienze ormiche e con gli studi di biologia molecolare tenta di raggiungere l'ideale della terapia personalizzata, molti vorrebbero che anche in Omeopatia spirasse un vento di rinnovamento che probabilmente lo stesso Hahnemann considererebbe necessario. L'esigenza di rinnovamento si percepisce chiaramente e gli studi clinici controllati in Omeopatia hanno un taglio metodologico sempre più congruo. Dean, in un suo lavoro, ha indicato i criteri per applicare la metodologia Consort agli studi in Omeopatia, e nelle pubblicazioni di rilievo non si leggono più i termini "miasma", "diatesi", "psora", "sicosi", che non sono certo rinnegati ma vengono declinati in un linguaggio e in concetti più attuali. Ed è tanto vero che le cose si stanno muovendo in questa direzione che oggi c'è la possibilità di interpretare i meccanismi d'azione dell'Omeopatia anche grazie alle nuove tecnologie a disposizione.
Così succede che alcuni gruppi di ricerca (A. Dei) dimostrino come diluizioni omeopatiche di sostanze siano in grado di modulare l'espressione genica di cellule umane. Altri gruppi di ricerca (V. Elia) dimostrano la persistenza di segnali elettromagnetici nel diluente dopo aver sfondato il fatidico numero di Avogadro. Altri gruppi (J. Bellare) dimostrano la presenza di molecole della sostanza di partenza anche all'interno di diluizioni spinte per meccanismi legati alla interfaccia solvente/soluto.
Il rinnovamento può anche consistere in una reinterpretazione approfondita e analitica dei messaggi insiti nella Medicina Omeopatica ma mai evidenziati, forse per attaccamento alla tradizione, forse, e soprattutto, per la mancanza degli strumenti per farlo, strumenti sia di tipo tecnologico, che in Omeopatia hanno comunque la loro importanza ai fini diagnostici, che di tipo culturale, che solo l'evoluzione del pensiero medico scientifico può mettere a disposizione: l'esempio più significativo in tal senso è rappresentato dagli studi sull'espressione genica delle cellule poste a contatto con farmaci omeopatici, nei quali si ottiene una proficua integrazione tra tecnologia e metodologia omeopatica.
Valter Masci ha saputo cogliere il messaggio. È vero infatti che il meccanismo d'azione rappresenta in Omeopatia una tematica molto complessa da analizzare anche al di là degli ambiti dell'elettromagnetica, della fisica o dell'espressione genica ed esistono alcuni aspetti fonte di incertezza: mi voglio riferire ad alcune incongruenze nella descrizione dell'effetto terapeutico di sostanze che, se utilizzate sulla base delle leggi della similitudine, non dovrebbero averne o comunque averne ma di tipo diverso se non opposto. Qualcuno tra coloro che sono dediti alla applicazione clinica ragionata dell'Omeopatia si è chiesto mai, ad esempio, perché Chamomilla, un rimedio utilizzato in massima parte nell'approccio a problemi di comportamento, dovrebbe essere dotato, a basse diluizioni, di azione sedativa alla faccia del principio di similitudine? Dubbi simili si pone anche Madeleine Ennis dopo aver concluso le ricerche sulle diluizioni di istamina nel modulare la degranulazione dei basofili. Sono proprio le risposte a queste domande che troviamo nel libro di Valter Masci. L'autore infatti intuisce la spiegazione di tutto ciò separando i rimedi omeopatici in due categorie, quelli che agiscono per "meccanismo simil-allopatico", e che quindi vengono prescritti a basse diluizioni, e quelli che agiscono per "meccanismo propriamente omeopatico" in senso stretto e quindi prescrivibili ad alte diluizioni, illustrando tale concetto con delle schede molto pertinenti, vedasi ad esempio la Monografìa di Agraphis nutans per il primo gruppo di rimedi e quella di Croton tiglium per il secondo gruppo. Ci troviamo in pratica al confine tra Omeopatia e Fitoterapia, confine di cui Masci conosce bene le caratteristiche, grazie evidentemente a una personale preparazione in Fitoterapia. Ovviamente l'opera contiene numerose Monografie, ognuna corredata da una scelta efficace della bibliografia.
Non può sfuggire che tali concetti, se da una parte chiariscono alcuni aspetti della terapia omeopatica che non potevano essere lasciati nel vago, dall'altra inducono a interessanti riflessioni sul principio della Similitudine, riletto in chiave ragionata e attuale. Vale anche la pena di segnalare che la Teoria Ormetica, sviluppata da Calabrese in anni recenti, indica che la stessa sostanza, a seconda delle dosi in cui viene assunta o somministrata, può avere effetti addirittura contrapposti, stimolando la funzione a basse dosi e inibendola a dosi elevate, una sorta di fusione tra le due categorie di rimedi indicate da Masci. In che modo spiegare la suddivisione operata da Masci tra rimedi Omeopatici "simil-allopatici" o "propriamente-omeopatici" in senso stretto? La risposta è, verosimilmente, che la tecnica del Microdosing, che studia la Farmacocinetica delle "dosi subtossiche" dei farmaci della Medicina ufficiale, giustifica l'azione dei rimedi ad attività "simil-allopatica", mentre la teoria dell'Ormesi, che stigmatizza "l'inversione dell'effetto di una sostanza cambiando la diluizione", giustifica l'attività dei rimedi che agiscono con "meccanismo propriamente omeopatico".
Non credo di sorprendere affermando che il libro ha tutti gli ingredienti per essere letto e studiato con attenzione, perché solo il lettore attento può percepire come le contraddizioni della Medicina in generale e, in questo caso, dell'Omeopatia non possono essere accettate per dogma, ma verificate alla luce di una attenta riflessione.
Prof. Francesco Macrì
Specialista in Pediatria, Allergologia e Neonatologia
Sapienza, Università di Roma
Segretario Nazionale FISM
(Federazione delle Società Medico scientifiche Italiane)
Prefazione
In questo libro ho affrontato in modo nuovo due argomenti che sono oggetto dei miei studi e delle mie esperienze da circa quaranta anni: la Fitoterapia e l'Omeopatia. Di entrambi ho messo in evidenza le potenzialità, ma allo stesso tempo ne ho affrontato le criticità, proponendo una chiave di lettura più attuale. Lo scopo ultimo è quello di una loro maggiore integrazione con la Medicina ufficiale.
Per quanto riguarda la Fitoterapia dobbiamo precisare che essa è molto vicina alla Medicina ufficiale, fino al punto che talora non viene inserita tra le "Complementary and Alternative Medicine (CAM)". Infatti la ricerca scientifica internazionale offre una poderosa quantità di prove, sia di laboratorio che cliniche, sul meccanismo di funzionamento dei principi attivi presenti nei fitoterapici e sulla loro efficacia, e a esse faccio riferimento, in questo mio libro, per proporre una Fitoterapia moderna. La finalità è la possibilità di utilizzare i rimedi fitoterapici (secondo le indicazioni del Ministero della Salute) in modo che sia comprensibile il loro meccanismo d'azione, e inoltre di limitarne l'uso in base agli eventuali effetti collaterali, alle controindicazioni e alle interazioni farmacologiche.
Per quanto riguarda l'Omeopatia, è indispensabile che si modernizzi perché ultimamente è oggetto di forti critiche inerenti al meccanismo d'azione e alla validità da parte delle Istituzioni Pubbliche, italiane e straniere.
In questo libro presento una proposta di interpretazione scientifica dell'Omeopatia.
Ciò è indispensabile per vari motivi:
- per dare sicurezza all'operatore sanitario;
- per dare al paziente la tranquillità di fruire della terapia più adatta;
- e infine per realizzare una seria sperimentazione clinica (con trials clinici in doppio cieco randomizzato). Ma come è possibile raggiungere questo traguardo?
È evidente che l'attività farmacologica dei rimedi omeopatici dipende dal tipo di sostanza (vegetale, minerale e animale) con cui si prepara la Tintura Madre (come è chiamata la sostanza di partenza con cui si preparano i rimedi omeopatici). Il mio percorso di studio è stato prima di tutto volto a individuare i principi attivi presenti nelle Tinture Madri e poi a descriverne l'attività farmacologica e tossicologica.
La novità è che è possibile comprendere le indicazioni terapeutiche di una parte dei rimedi omeopatici (definibili ad azione simil-allopatica) facendo riferimento all'azione fisiologica delle sostanze chimiche presenti nella Tintura Madre di partenza; mentre altri rimedi omeopatici (definibili ad azione propria-mente-omeopatica) possono essere spiegati con l'azione tossicologica sempre degli stessi principi attivi.
Un esempio di rimedio omeopatico ad azione simil-allopatica è Agraphis nutans. Viene utilizzato per le rinofaringiti e le adenoididi. La spiegazione è che gli estratti ponderali di Hyacinthoides non-scripta, il suo corrispettivo botanico, contengono apigenina, lectine e alcaloidi idrossipirrolidinici che sono in grado di esercitare azione antivirale e antibatterica.
Risulta possibile una spiegazione scientifica all'attività dei rimedi omeopatici definiti "ad azione simil-allopatica"? La Teoria della Medicina ufficiale chiamata Microdosing può teoricamente spiegare l'attività delle dosi infinitesimali omeopatiche perché studia, attraverso la Fisica nucleare (e non la Chimica), la Farmacocinetica di sostanze subtossiche di farmaci allopatici somministrati nell'uomo sano alla concentrazione di microgrammi (che corrispondono alla diluizione omeopatica di 6 DH o 3 CH), di nanogrammi (che corrispondono alla diluizione omeopatica di 9 DH o 4-5 CH) e di picogrammi (che corrispondono alle diluizioni omeopatiche di 12 DH o 6 CH).
Esempio di rimedio omeopatico ad azione propriamente-omeopatica: Croton tiglium. I semi essiccati dell'albero Croton tiglium, se venuti a contatto con la cute, esercitano forte potere infiammatorio attivando le proteinchinasi (PKC) per mezzo di esteri del forbolo, i quali inoltre, se ingeriti, possedendo forte azione citotossica, provocano lesioni del colon, con conseguenti dolori addominali e diarrea sanguinolenta. In Omeopatia il corrispondente rimedio omeopatico si usa per dermatiti vescicolari brucianti e dolorose, e anche per diarree sanguinolente e dolorose. Quindi si usa con finalità diametralmente opposta all'azione tossicologica del corrispettivo ponderale. In Omeopatia questo tipo di meccanismo è definito la "legge dell'inversione dell'effetto cambiandone la concentrazione" che si verifica per altissime diluizioni. È giustificato, quindi, affermare che il rimedio omeopatico Croton Tiglium agisce in modo "propriamente-omeopatico". Qual è la possibile spiegazione scientifica all'attività dei rimedi omeopatici definiti ad "azione propriamente-omeopatica"? Bisogna ricorrere alla teoria della Medicina ufficiale chiamata Ormesi, che è studiata e sviluppata dai tossicologi. Essa sottolinea proprio il cambiamento del meccanismo d'azione di una sostanza a seconda della concentrazione alla quale viene utilizzata. Ad esempio l'alcaloide veratridina, presente nella pianta Veratrum album, applicata su cellule muscolari, a bassa concentrazione (1-10 uM) stimola i canali I(Na) (provocando contrazione delle cellule muscolari) mentre a concentrazioni più alte (>=30 uM) li inibisce. La spiegazione è che a seconda della concentrazione utilizzata la veratridina agisce su due diversi canali I(Na) chiamati Na(V)1.6, cioè interviene sui canali Na(V)l.6(-/-) oppure sui canali Na(V)1.6(+/+).
Per concludere, questo mio lavoro propone risposte scientifiche ai fondamenti teorici dell'Omeopatia e alle accuse dei suoi denigratori. Una proposta che potrà e vorrà essere sviluppata.
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