La vita di Margaret Lucy Tyler [Maestro dell'Omeopatia]
Categorie: Storia dell'Omeopatia
Autori: Anna Fontebuoni
Fonte: Il Medico Omeopata - Rivista
Siamo nel 1929 circa e Margaret Lucy Tyler, classe 1875, è direttrice del London Homeopathic Hospital. Per arrivare fin lì la strada è stata tortuosa, ma non difficile: è figlia d'arte, papà e mamma che praticano l'omeopatia l'hanno consigliata, sostenuta, e lei non li ha delusi. Il padre, sir Henry Whatley Tyler, è un importante ispettore delle ferrovie inglesi, conosciuto in tutta Europa e oltre oceano per le sue perizie di disastri ferroviari e poi membro del parlamento inglese. Dovunque vada porta con sé i miracolosi granuli, che in terre lontane e inospitali gli hanno salvato più di una volta la vita.
La madre, Margaret Pasley, è figlia di un generale scozzese che ha praticato l'omeopatia sin dal 1851, ha una grossa esperienza in materia e la mette a frutto lavorando per il London Homeopathic Hospital. Entrambi sono benestanti. Margaret inizia a lasciare tracce di sé quando si laurea in Medicina, prima a Edimburgo poi a Bruxelles, nel 1903, a 28 anni. È la prima omeopata di famiglia ad aver studiato medicina. È una giovane studiosa, non ha tempo per sposarsi e farsi una famiglia. L'Omeopatia diventa la sua vita. Ma quale Omeopatia?
Hahnemann è morto nel 1843 e il suo allievo e amico inglese, l'aristocratico dr. Quin, fondatore del London Homoeopathic Hospital nel 1849, l'ha diffusa presso la nobiltà inglese. La casa reale stessa si vanta di curarsi con l'omeopatia, quella che da Hahnemann in poi non ha fatto passi avanti: elenchi di sintomi mandati a memoria, dose unica non ripetuta, rigido stile di vita ottocentesco. Un conservatorismo che piace e fa comodo alle classi aristocratiche. Margaret ha altre idee, è affascinata dalle conferenze del prof. Kent, dal nuovo mondo, vuole curare i poveri. Convince 'papa' a mandarla in America, a Chicago, culla della nuova omeopatia a imparare il metodo artistico di Kent. Sono i primi anni del secolo. Con Kent avrà un lungo rapporto epistolare, ma non lo incontrerà mai.
L'ambiente americano ha comunque una forte influenza su di lei, scambia idee e informazioni con i maggiori allievi di Kent, si immerge nella viva attività culturale a favore dell'omeopatia di Chicago. Al suo ritorno a Londra, nel 1907 circa, inizia a lavorare al London Homoeopathic Hospital, in quel momento inadeguato per sostenere le numerosissime richieste di ricoveri. Si apre una campagna di raccolta fondi per ampliare la struttura ospedaliera e Sir Henry Tyler contribuisce con 10.000 sterline. Dice allora alla figlia: "Io ho fatto la mia parte, ho ingrandito l'ospedale, ora tocca a te". La nuova ala che sarà costruita, un edificio di sette piani con 163 letti, verrà completata nel 1911 e prenderà il nome di 'Sir Henry Tyler Wing'. Nel 1908 l'amatissimo padre muore e, in sua memoria, la madre Margaret istituisce un fondo, il 'Sir Henry Tyler Scholarship' per sovvenzionare medici omeopati che vogliono andare in America a imparare l'omeopatia.
È ovvio che l'esperienza di Margaret Jr. ha una profonda influenza. La borsa di studio viene assegnata fino allo scoppio della Prima guerra mondiale. Al London Homeopathic Hospital Margaret rimane a lavorare per quarant'anni. Mentre sua mamma si prende cura del reparto pediatrico ('my children' chiama i suoi piccoli pazienti, i 'miei bambini' o, nell'ambiguità dell'inglese, i 'miei figli', i figli mai avuti ma pur sempre amati), lei si specializza in bambini ritardati, 'infelici'. Quarant'anni corrono veloci quando ci si dedica a una grande passione. E poi c'è lo studio, il tè con le infermiere, le conferenze, le riunioni, amicizie, forse amori, occasioni perdute, tutto dentro l'ospedale. Ma soprattutto, quando si toglie il camice, è davanti al suo tavolino che le piace stare, a scrivere. I giri di perle al collo diventano uno, l'abito più morigerato, l'espressione assorta davanti a tutte quelle carte.
Molto del suo lavoro è volto a formare nuovi omeopati: non solo scienziati, ma artisti della nuova omeopatia, la 'omeopatia bastarda' del prof. Kent. In Quadri di rimedi omeopatici (1942) descrive i rimedi con sensibilità 'dickensiana': quadri personalizzati, non più lunghi elenchi di sintomi di proving, non più liste aride. Persino la Materia Medica di Kent, a suo confronto, sembra piatta. Eppure rimane scienziata: collabora con i più importanti omeopati del suo tempo, Weir, Clarke, Gibson Miller, si avvale di tutte le informazioni a sua conoscenza e ne cita rigorosamente i testi. Non solo, dà il suo contributo originale in base alle proprie esperienze cliniche, introduce il concetto di rimedio costituzionale, di gerarchizzazione, usa gli isodi dei vaccini per trattare traumi pregressi, Baptisia nella 'spagnola'.
L'Omeopatia diventa agile letteratura scientifica e raggiunge tutte le fasce sociali. Per conquistare un pubblico scientifico ancor più ampio e presentare ancor più studi originali, pubblica una rivista, Homeopathy, per ben 11 anni, dal 1932 al 1942. E poi tiene conferenze alla Faculty of Homeopathy di Londra, e capisce che venire a sentirla dai quattro angoli dell'Inghilterra non è alla portata di tutti, quindi si inventa un corso di Omeopatia per corrispondenza, che la impegna per anni. Tutta la sua incontenibile attività è concentrata nella cura dei malati e nella trasmissione delle conoscenze.
Eppure mi piace pensare che, come altre omeopate americane del suo tempo, sia stata attratta dalle 'moderne' idee riformiste, sociali e femministe. Non suffragetta, per carità, aveva ben altro da fare, ma simpatizzante piena di contraddizioni. Margaret Tyler sembra riassumere tutti gli stereotipi femminili del suo tempo. È l'angelo che cura i bambini poveri, il lavoro è la sua famiglia, ad esso dedica tutta se stessa, ha una fede profonda, ma è anche la donna che si prende due lauree in medicina, parte da sola per l'America, dirige un ospedale di più di 300 letti, si lancia contro le idee antiquate del suo tempo scrivendo un corrosivo pamphlet anti-omeopatia quiniana. La scrittura è la sua seconda arte, dopo l'omeopatia, con essa si esprime, una mano attenta, intima, femminile, eppure sempre vigile e generosa di citazioni che rivelano la sua mentalità scientifica. Continua a lavorare anche dopo il pensionamento dall'ospedale, nonostante i problemi di salute, fino a 86 anni. Sembra che prima di morire abbia detto: "Alla fine della vita non ci si dovrebbe chiedere quanto piacere ne abbiamo tratto, ma quanto l'abbiamo servita; non quanto successo abbiamo avuto, ma quanti sacrifici abbiamo fatto; non quanto siamo stati felici, ma quanto siamo stati utili". Belle parole: il prof. Kent avrebbe approvato.
Bibliografia
http://sueyounghistories.com/archives/2008/06/27/margaret-lucy-tyler-and-homeopathy/
http://www.homeorizon.com/homeopathic-articles/online-homeopathic-biographies/women-homeopaths
https://en.wikipedia.org/wiki/Henry_Whatley_Tyler
http://homeoint.org/morrell/londonhh/index.htm
Da leggere: Quadri di rimedi omeopatici (1942), Trad. P.Romagnoli, Libriomeopatia.it, 2001
James Tyler Kent Lezioni di filosofia omeopatica (1900) Trad. A.Sabbadini, Red Edizioni, 2004
Da ascoltare: Scott Joplin, The Ragtime Dance, 1907
Da guardare: Downton Abbey (Serie TV 2010-2015)
Da annusare: Rosa 'Tuscany Superb'
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