Problemi emozionali e comportamentali in Omeopatia: bimba con esperienza di vita in carcere
Categorie: Casi Clinici
Autori: Pietro Gulia
Fonte: Il Medico Omeopata - Rivista
Caso clinico omeopatico di una bimba con esperienza di vita in carcere con problemi emozionali e comportamentali
Quale ruolo può svolgere il trattamento omeopatico in casi in cui un comportamento disturbato ha come causa altamente probabile l'esperienza durissima della vita in carcere, ancor più se il soggetto che vive questa esperienza è un bambino, che subisce il trauma psicologico della reclusione, della convivenza forzata in spazi ristretti, della violenza con, in più, uno scarso apporto affettivo e protettivo materno? Il caso qui descritto riguarda una bimba di quasi tre anni all'inizio del trattamento, che manifesta disturbo del linguaggio, ritardo di acquisizione di linguaggio e capacità di comunicazione verbale adeguati all'età, movimenti spesso scoordinati e sgraziati, auto-aggressività ed etero-aggressività, paure multiple, disturbo del sonno.
La cura omeopatica, richiesta dai responsabili della casa famiglia cui era stata affidata la bimba insieme alla madre, in regime di arresto domiciliare, (la madre diede il suo consenso alla terapia omeopatica), ha contribuito al recupero delle capacità relazionali, affettive, di personale espressione della bambina, avviata alla non semplice conquista di una "normalità" e possibilità di riconoscere, esprimere e realizzare le proprie potenzialità. Al percorso di recupero hanno contribuito in maniera determinante il mutato clima ambientale, la presenza di sostituti materni che hanno fornito calore affettivo, fiducia, insieme a regole comportamentali e l'ampia comunità stessa della casa famiglia, costituita prevalentemente da donne e bambini. Si pongono, dunque, dei quesiti: la terapia omeopatica ha veramente agito o è stato soltanto il mutato contesto ambientale il vero agente terapeutico? È possibile una "qualificazione" dell'intervento omeopatico nella riuscita clinica del caso? Queste domande sarebbero, con ogni probabilità, senza risposta attendibile se, nel corso del trattamento, non si fossero verificati alcuni eventi clinici che ripropongono la valutazione della validità di criteri prognostici – sintetizzati nella cosiddetta legge di Hering - propri della metodologia clinica omeopatica.
MATERIALI E METODI
È stata seguita la seguente metodologia per l'analisi del caso: motivo della visita; anamnesi familiare; biopatografia; interrogatorio omeopatico; esame obiettivo; diagnosi nosologica e sindromica; diagnosi miasmatica; diagnosi integrale e individuale; intenzione terapeutica; selezione, gerarchizzazione e repertorizzazione dei sintomi; diagnosi e prescrizione del medicamento omeopatico; follow-up.
Prima visita 8 Giugno 2000 - Bimba di due anni e 10 mesi.
Motivo della visita: problematiche comportamentali; disturbo del linguaggio; motilità scoordinata; disturbo del sonno; episodi di pavor nocturnus.
Terapie in atto: nessuna.
Paziente – Bimba esile, smilza, longilinea (cm. 91; kg10), carnagione olivastra tipica dell'etnia di appartenenza, folta capigliatura mora e folte ciglia more. Espressione dei viso sveglia e allarmata.
Anamnesi familiare - Nessuna informazione riguardo l'anamnesi familiare dal lato paterno e materno. Terza di tre germani. La madre venticinquenne afferma di essere in buona salute, non riferisce patologie degne di nota, ha avuto 3 gravidanze; ha "affidato" gli altri due figli alla sua famiglia di origine.
Biopatografia - L'anamnesi remota è povera, anche per una certa reticenza della madre: poche notizie riguardo il periodo della gravidanza. La madre riferisce che la bambina è stata sempre bene, che aveva manifestato in passato non meglio precisate reazioni allergiche a vari alimenti ma, da quando è presso la casa famiglia (circa tre mesi), mangia di tutto senza problemi. Ha effettuato tutte le vaccinazioni previste per legge. La madre afferma che la dentizione, la deambulazione, l'inizio della fonazione erano avvenute "normalmente".
Fin dall'età di cinque mesi era stata "reclusa" presso un carcere della capitale, insieme alla madre condannata per furto. La sua "casa" era stata una cella condivisa dalla madre con altre detenute, in condizioni di affollamento che avevano facilitato lo scoppio di liti, anche violente, tra le detenute stesse. La "reclusione" durò ventisei mesi, dai cinque mesi di vita ai due anni e sette mesi, quando madre e bimba erano state trasferite presso la casa-famiglia.
Secondo quanto riferito dagli operatori della casa-famiglia, la piccola avrebbe assistito a rivolte o proteste delle detenute con rumore assordante prodotto dal battere posate sui tavoli o sulle porte delle celle, il che potrebbe essere la causa di reazioni terrorizzate quando cade a terra una posata o si produce un improvviso rumore metallico.
Interrogatorio omeopatico - È riferito che la madre non si cura troppo della bimba – anche se poi manifesta eccessiva affettuosità quando si rende conto che altre persone l'accudiscono, una sorta di affermazione di diritto di proprietà. Picchia la bimba, spesso la notte quando la piccola si sveglia per il suo sonno disturbato.
La bimba non parla bene: non solo presenta disturbo della fonazione (varie consonanti, non insolito per l'età), non solo pronuncia male varie parole ma, spesso, usa un linguaggio del tutto personale, bizzarro, fatto di parole inesistenti e incomprensibili, quasi come se parlasse un linguaggio straniero, poco capace di formulare una frase completa adeguata alla sua età. Spesso, si arrabbia se non è capita... e capire cosa vuole dire non è per niente semplice. Peraltro, non sembra avere difficoltà di comprensione delle parole che le si rivolgono.
Maldestra, si comporta in maniera goffa, fa movimenti sgraziati, disarmonici; assume strane posizioni e fa spesso smorfie o si comporta in modo buffo, quasi con l'intento volontario di far ridere.
Difficile il rapporto con gli altri bambini: più spesso sta da sola, se gioca con gli altri è impaziente, permalosa, tende a impossessarsi dei giochi. Morde con estrema facilità e per ogni pretesto.
Se rimproverata, comincia a picchiarsi con violenza e si dice "brutta", parola che pronuncia bene.
Anche senza motivo scatenante, all'apparenza, prende a picchiarsi e a dirsi "brutta".
Ha improvvisi cambiamenti umorali, all'apparenza senza fattore scatenante, con scatti di violenza verso se stessa: oltre a picchiarsi dà forti testate.
Ha crisi di terrore: si irrigidisce, il tronco e gli arti diventano tesi e duri e prende a tremare tutta.
Si irrigidisce quando sa che deve andare a dormire; appena poggia la testa sul cuscino e sta per addormentarsi, trasale bruscamente e si sveglia.
La notte può svegliarsi spaventata e tutta tremante.
Non vuole essere coccolata, anzi rifiuta sgarbatamente la carezze, gli abbracci.
Il controllo degli sfinteri è regolare.
Esame obiettivo: oltre la magrezza, presenta lingua a carta geografica e piccole ecchimosi sulla mucosa delle guance e anche sulla lingua, segno sospetto di tendenza a mordersi lingua e guance Niente da segnalare a carico degli altri organi e apparati.
Considerazioni - Com'è evidente, il caso presenta una miriade di sintomi, il che rende necessaria una selezione e gerarchizzazione di alcuni tra essi che meglio rappresentino la totalità della piccola paziente o la cosiddetta sindrome minima di valore massimo nella fase della prima osservazione clinica: i sintomi selezionati e gerarchizzati sono riportati in Tab.1. La valutazione miasmatica del caso non può essere elusa: la sintomatologia è prevalentemente a livello psicoemozionale (compresi il disturbo del linguaggio e i movimenti sgraziati) con pochi sintomi fisici e generali. La sintesi valutativa miasmatica indica una condizione sifilitico-sicotica 1-2-3-4. Il buon controllo degli sfinteri, la capacità di lavarsi e vestirsi (in rapporto all'età), così come la capacità di comprensione del linguaggio altrui, suggeriscono non trattarsi di un ritardo mentale; anche una certa teatralità comportamentale (smorfie, goffaggine, bizzarrie nei movimenti) suggerisce trovarsi di fronte a un caso di disturbo emozionale-comportamentale.
Diagnosi nosologica e sindromica: disturbo emozionale-comportamentale infantile con ritardo nell'acquisizione di linguaggio adeguato all'età, motilità scoordinata, auto-eteroaggressività.
Diagnosi miasmatica: sifilis + sicosi
Diagnosi integrale: poche notizie riguardo l'anamnesi parentale, ma la tipologia di vita scelta dalla madre, l'esperienze vissute, l'abbandono e il distacco dagli altri figli, il rapporto che ha instaurato con la piccola indicano disturbo dell'affettività, rifiuto di regole sociali che hanno l'impronta miasmatica sifilitico-sicotica.
Diagnosi individuale: la breve esistenza della piccola paziente è stata duramente caratterizzata da esperienze traumatizzanti con scarse protezione e affettività materna. La reazione, fatta di paura e aggressività, mancata acquisizione di un linguaggio adeguato all'età e di una capacità motoria adeguata all'età, con produzione di linguaggio bizzarro e comportamento bizzarro è in coerente relazione con il terreno miasmatico ricevuto e con l'ambiente carcerario in cui è cresciuta e ha prodotto la sua peculiare modalità espressiva di adattamento e difesa.
Intenzione terapeutica – Contribuire a ridurre il disturbo psico-emozionale che compromette l'armonico sviluppo psico-fisico della bimba, mitigando il suo stato miasmatico attuale e impedire che la patologia si aggravi a livello psichico e possa comportare anche manifestazioni patologiche disfunzionali e organiche.
Sintomi selezionati - Nella prima selezione sono stati privilegiati i sintomi etiologici (Tab.1: sintomi n.1-2-3) e alcuni sintomi reattivi emozionali-comportamentali (Tab.1: sintomi da 4 a19). Furono utilizzati il classico repertorio di Kent5 e il Synyhetic Repertory di Barthel6 in edizioni cartacee. La repertorizzazione riportata un Tab. 1 è prodotta dal repertorio informatizzato RADAR, 9.0 – Millenium view7
Pur non corrispondendo ai sintomi del disturbo del linguaggio (ad eccezione di inarticulate = linguaggio inarticolato, indistinto), Ignatia copriva i sintomi etiologici del caso (Tab.1: n.1-2-3), i sintomi dell'autoaggressività selezionati (Tab 1: n. 4-6) e le modalità di comportamento bizzarro sicotico-sifilitico (Tab.1: da 7 a 11) con cui si reclamava attenzione e ruolo: sintomi considerati predominanti, particolari, non comuni, caratteristici, secondo il § 153 dell'Organon8.
Diagnosi medicamentosa: IGNATIA
Prescrizione: IGNATIA MK + Saccharum lactis per un mese.
RISULTATI
Follow-up 31 Luglio 2000
A inizio luglio, circa 15 giorni dopo la dose di Ignatia MK, ha avuto "cistite": si lamentava di forte bruciore urinando e aveva frequente stimolo ad urinare. La madre riferì che ciò era accaduto altre volte in passato, per cui, per evitare inopportuna terapia antibiotica, fu prescritta intensificazione del Saccharum lactis – due granuli ogni due, tre ore - e, dopo due giorni, per la persistenza dei sintomi cistitici, ripetizione di Ignatia MK in plus, che risolse rapidamente l'episodio.
Con l'uso di Ignatia, la bimba pare essersi tranquillizzata.
Dorme meglio la notte, non ha avuto risvegli con paura, ha meno timore di andare a dormire.
Non si è più picchiata e neppure auto-insultata. Non ha più morso gli altri e neppure se stessa.
Ha più appetito, è aumentata di un chilo (kg 11) e cresciuta di due cm. (93) La lingua è sempre a carta geografica, ma non ci sono le ecchimosi della mucosa delle guance notate alla prima visita.
Nessun cambiamento nel linguaggio e anche nelle buffonerie e stravaganze gestuali. Inizierà logopedia.
Prescrizione: Saccharum lactis per un mese.
Follow-up 1 Ottobre 2000
Persiste il problema del linguaggio: da alcune settimane ha iniziato logopedia presso il Servizio Materno Infantile ASL RM/B: lenti progressi.
Più tranquilla e molto migliorato il sonno.
Persistono: disturbi del linguaggio; permalosità; reazione di spavento esagerate scatenate da rumori, urla, litigi; smorfie e atteggiamenti corporei bizzarri.
Nuovo sintomo: si mangia le unghie, ha iniziato da quando va all'asilo.
Lingua a carta geografica.
Peso : Kg. 12, Altezza: cm.95. Nulla da segnalare all'E.O.generale.
I sintomi considerati, selezionati e repertorizzati all'epoca con RADAR 8.07 sono riportati in Tab. 2.
Prescrizione. STRAMONIUM 200K + Saccharum lactis per un mese
Follow-up 19 Novembre 2000
Va molto meglio. Notata dai logopedisti un'accelerazione dell'acquisizione di linguaggio adeguato all'età.
In Ottobre, una decina di giorni dopo la somministrazione di Stramonium 200K, comparsa, e ancora presente al momento della visita, sulla faccia anteriore dell'avambraccio destro un'estesa eruzione eritemato-vescicolare erpetiforme, con alone rossastro attorno alle vescicole, che pizzicavano e bruciavano un po': si trattava di una nuova manifestazione mai avuta in precedenza. Non si registravano condizioni dermatologiche analoghe in altri ospiti della casa-famiglia.
E.O. Alrezza: cm.94; Peso: kg 13; niente altro da segnalare all'E.O. locale e generale.
Stramonium MK + Saccharum lactis per due mesi.
Follow-up 13 Maggio 2001
Marcato miglioramento del linguaggio e del comportamento. Non ha più avuto forme di auto o etero-aggressività (con l'eccezione degli ovvi bisticci tra bambini); non più reazioni terrorizzate. Dorme tranquilla.
Non ha avuto patologie degne di nota durante l'inverno e la primavera: un paio di raffreddori guariti spontaneamente. L'eruzione cutanea dell'avambraccio è progressivamente sparita in pochi giorni dopo la somministrazione di Stramonium MK in Novembre.
Lo stesso medicamento, alla potenza MK, era stato ripetuto nel Febbraio 2001 dopo il rimanifestarsi di un episodio di risveglio notturno con spavento..
cm.99; Kg 13. E.O. ndr
Nessuna prescrizione
Follow-up 26 Marzo 2003
Ha quasi 6 anni. Visita richiesta per la presenza, da circa due mesi, sulla regione anteriore dell'avambraccio destro di una eruzione eczematosa, secca, crostosa, poco pruriginosa, con alcune pustolette, in progressiva estensione. Nella stessa area, dopo Stramonium 200K, era comparsa l'eruzione vescicolare due anni prima.
La pelle è diffusamente secca e screpolata e, in modo marcato, alle ginocchia e gomiti.
La lingua è di nuovo a carta geografica. Molto magra, smilza; ha poco appetito.
All'opposto della bimbetta bizzarra di tre anni prima, ora si presenta una bimba chiusa, silenziosa, che si rifiuta di rispondere, chiusa a riccio. Anche per la madre la figlia è troppo chiusa.
La responsabile della casa famiglia, diventata una seconda mamma per la piccola, riferisce che si comporta in maniera gentile, talora è esuberante, ma all'improvviso la si vede intristire e iniziare a piangere. Il rapporto con la madre – inquieta, permalosa, istintiva, di umore variabile talora affidabile e collaborativa e talora ostile e capricciosa – è difficile: secondo gli operatori della casa-famiglia sembra quasi che la bimba non solo soffra per il comportamento della madre, ma quasi che si scusi al suo posto, come se abbia capito che può fare scarso affidamento su di lei, anzi che deve essere lei stessa a dare sicurezza alla madre, una sorta di capovolgimento dei ruoli. Migliorato il linguaggio, si esprime in maniera adeguata all'età, così come sono migliorate la coordinazione motoria e l'integrazione con gli altri bimbi della casa e dell'asilo; le sue paure e le sue reazioni terrorizzate sono un lontano ricordo.
E.O. Peso: kg 16; Altezza: cm. 111. Niente altro da segnalare oltre l'aspetto cutaneo e della lingua sopra riportati. I sintomi selezionati e repertorizzati all'epoca con RADAR 8.07 sono riportati inTab.3: valgono le stesse considerazioni sopra riportate con riferimento al § 153 dell'Organon8.
Natrum muriaticum, il primo rimedio che risulta dalla repertorizzazione dei sintomi selezionati, oltre a coprire tutti i sintomi mentali, generali e fisici selezionati, corrisponde anche alla personale esperienza affettiva della piccola, segnata da dispiacere profondo e prolungato per la mancanza di apporto affettivo e sicurezza che la madre dovrebbe offrirle e garantirle.
Non si può non evidenziare che la sintomatologia rappresentata configura un cambiamento miasmatico di natura psorica1-2-3-4 rispetto al quadro presente tre anni prima ("Pure common salt – dynamized like other homoeopathic material powers – is one of the most powerful antipsoric medicines,and may be seen by the peculiar effects on the human body ..."– Hahnemann9, vol II) Prescrizione – Natrum muriaticum 200K + Saccharum lactis per quindici giorni
Follow-up 2003 - 2012
La prescrizione di Natrum muriaticum fu seguita da miglioramento fino alla scomparsa dell'eruzione cutanea.
Negli anni successivi, la bambina ha mantenuto un complessivo stato di benessere, con rare patologie acute stagionali, rapidamente risolte con trattamento omeopatico o spontaneamente. Ebbe varicella a otto anni. Magrissima ma tonica e resistente. Così descritta (non dalla madre) all'età di 9 anni: "Socievole, aperta, accogliente, comunicativa, ma non regge di fronte a un rimprovero. Ubbidiente e davvero troppo buona, la vera figlia ideale". Ha continuato ad assumere Natrum muriaticum, alle visite di controllo una volta l'anno in genere, sempre con miglioramento dei disturbi eventualmente manifestatesi. Menarca a 11 anni; amenorrea secondaria a 12 e 14 anni, in entrambi i casi risolta rapidamente da Natrum muriaticum; contemporanea presenza di una grossa verruca dolente sul polpastrello del secondo dito mano destra e un'altra dolente alla pianta del piede destro, rapidamente scomparse con lo stesso rimedio a 12 anni. La madre, scontata la pena, è tornata a vivere con la famiglia di origine, la ragazzina ha preferito restare presso la casa famiglia, in regime di affidamento: ha deciso di continuare a studiare, un netto segnale di rottura con modelli proposti nella famiglia di origine. Il rapporto con la madre è tuttora problematico. Le sue patologie sono, spesso, conseguenza dell'amarezza che ne consegue o prodotte dal confronto con amiche dai migliori risultati scolastici. Da evidenziare anche che durante tutti i dodici anni di osservazione del caso non si è mai verificata l'interferenza di farmaci convenzionali.
In sintesi: miglioramento delle condizioni generali di salute della piccola paziente (molto resistente anche in confronto ad altri bimbi ospiti della stessa casa famiglia ma non in trattamento omeopatico), modificazione positiva del comportamento, acquisizione di linguaggio più adeguato all'età, migliorata capacità di integrazione e interazione con l'ambiente della casa famiglia e, successivamente, scolastico e sociale.
DISCUSSIONE
Nel caso esposto si è verificata l'efficiente convergenza di trattamenti diversi che hanno tutti contribuito al miglioramento della piccola paziente pur in presenza di un persistente perturbato rapporto madre-figlia, superando i traumi che l'esperienza carceraria aveva indotto con le conseguenti ripercussioni psico-emozionali e comportamentali. Un ruolo primario è stato svolto dall'azione quotidiana e costante degli operatori della casa famiglia che si sono occupati della bambina, fornendo l'apporto affettivo, di protezione e stimolazione, nonché l'apporto educativo fatto di disciplina e regole da rispettare che la madre non era in grado di dare. È incontestabile il supporto fornito dalla casa famiglia in sé e per sé considerata quale ambiente ovviamente imparagonabile a quello carcerario, seppur non privo di attriti e tensioni. È incontestabile l'apporto fornito dai logopedisti nel superare le difficoltà di linguaggio presentate dalla bimba. A questi interventi irrinunciabili si è aggiunto il trattamento omeopatico mediante i tre medicamenti che la bimba ha assunto: Ignatia amara, Stramonium, Natrum muriaticum, ognuno somministrato in tempi diversi seguendo l'indicazione fornita dalla sintomatologia presentata dalla bambina. Il problema che il caso pone è: quali criteri sono da adottare per poter sostenere con una qualche plausibilità che il trattamento omeopatico possa aver svolto un qualche ruolo nel contribuire a risolvere le problematiche presenti, restituire alla bimba un equilibrio psico-fisico e un buon stato di salute? In altre parole, è possibile in un tale caso attribuire una qualche validità clinica all'intervento omeopatico?
Non prendiamo in considerazione osservazioni troppo soggettive, quali il riferito parere dei logopedisti che notarono una sorta di accelerazione del miglioramento del disturbo del linguaggio dopo la somministrazione di Stramonium. Neppure prendiamo in considerazione, sic et simpliciter, le modificazioni comportamentali successive alla prima somministrazione di Ignatia, anche se non va dimenticato che nei primi tre mesi di permanenza nella casa famiglia, precedenti alla somministrazione del medicamento omeopatico, nessun cambiamento si era verificato nel sonno e nell'auto-aggressività, per esempio: ciò farebbe protendere per una qualche azione proprio di Ignatia nel favorire uno sblocco emozionale-comportamentale (Hahnemann8 § 253: "Fra i segni che indicano, in tutte le malattie ... un inizio anche piccolo ... di miglioramento o di peggioramento... lo stato dell'animo e il comportamento del malato sono i più sicuri e i più evidenti. In caso di miglioramento, anche lieve, il malato si sente più a suo agio, presenta una maggior calma, ha lo spirito più sereno, ha più coraggio e i suoi modi diventano più naturali. In caso di peggioramento, anche piccolo, avviene il contrario ..." ).
Vanno considerati i criteri clinici prognostici di valutazione del caso propri della metodologia clinica omeopatica unicista. In altri termini quella che, in maniera un po' ridondante, è definita: legge di guarigione o legge di Hering (definizione dovuta a J.T. Kent10, mentre Hering stesso, citando Hahnemann, si limitò a confermare il dato clinico di una direzione di cura1-11. Da qui in poi si utilizzerà la dizione legge di Hering, che, malgrado sia imprecisa, è diventata riferimento abituale in ambito omeopatico). Secondo questo criterio, la guarigione avverrebbe con scomparsa dei disturbi:
– dall'interno all'esterno; iniziando dagli organi e funzioni più importanti per proseguire verso quelli meno importanti;
– dall'alto verso il basso;
– in ordine inverso alla loro comparsa (scompaiono per primi i disturbi comparsi per ultimi, § 22412 ).
Il verificarsi di eventi clinici secondo uno o più o tutti questi criteri dopo la somministrazione del medicamento omeopatico rende la prognosi migliore: il caso può essere guarito.
Inoltre, la metodologia clinica omeopatica propone un quarto criterio prognostico, da aggiungere ai precedenti anche se in parte assimilabile al terzo della lista sopra riportata: il cosiddetto ritorno dei sintomi12-13 cioè la ricomparsa di sintomi e disturbi (talvolta del tutto dimenticati dal paziente) del passato, non trattati o soppressi con trattamenti convenzionali che li avevano fatti sparire ... per essere eventualmente sostituiti da disturbi a carico di funzioni e organi più importanti.
Nel caso illustrato, la prima somministrazione di Ignatia fu seguita da:
– miglioramento della qualità del sonno, non più turbato da risvegli con spavento;
– scomparsa della tendenza ad auto-insultarsi e picchiarsi;
– scomparsa della tendenza a mordere gli altri;
– miglioramento dell'appetito;
– comparsa di disturbo di tipo cistitico, di cui aveva già sofferto in passato altre volte, secondo quando riferito dalla madre: in passato episodi analoghi erano stati trattati subito con antibiotici. Quindi: miglioramento di funzioni profonde quali il sonno e l'appetito, miglioramento dell'aggressività e comparsa di un disturbo a carico di organo emuntoriale, già colpito in passato. La cosiddetta legge di Hering è rispettata nel suo enunciato: dall'interno all'esterno. "L'adeguatezza della cura di una malattia cronica profondamente radicata nell'organismo è indicata dal miglioramento iniziale dell'organo più importante", Hering, 1845, prefazione alla I edizione de "Le Malattie Croniche" di Hahnemann, in op. cit. n. 11, pag. 72.
Così come la comparsa di una sindrome cistitica rispetta l'enunciato riguardante il ritorno dei sintomi
Inoltre, nel caso in esame si è presentata un'eventualità clinica già descritta da Kent13: "Spesso i vecchi sintomi tornano e scompaiono senza che occorra cambiare rimedio. Ciò significa che non bisogna interferire con quel rimedio. Se i vecchi sintomi tornano e non se ne vanno, allora è spesso necessario ripetere la dose". Bisogna, comunque, ricordare che nel caso si aspettò pochi giorni e si preferì ripetere la dose Ignatia MK, prima che la madre cedesse all'uso incongruo di antibiotici.
Considerazioni analoghe a quelle poco sopra esposte sono da avanzarsi anche riguardo a quanto si verificò dopo la somministrazione del secondo medicamento: Stramonium. Al miglioramento dei disturbi del linguaggio – cui, non va dimenticato, contribuì il lavoro dei logopedisti – alla riduzione e scomparsa delle reazioni di terrore, alla scomparsa dell'attitudine a fare smorfie e assumere bizzarre posizione corporee si accompagnò una manifestazione cutanea mai avuta in precedenza dalla bimba: dall'interno all'esterno. L'esperienza clinica omeopatica, accumulata in due secoli di professione in tutto il mondo a partire da Hahnemann, permette di affermare che, spesso, la comparsa di una manifestazione dermatologica, con miglioramento dello stato complessivo del paziente e dei disturbi più gravi per cui aveva fatto ricorso all'omeopatia, è da considerarsi indice prognostico molto favorevole. "L'eruzione cutanea agisce come un sostituto per la psora interna, allo scopo di prevenire l'esplosione di una malattia interna. In altri termini, finché la pelle è in fermento, la persona è relativamente in salute all'interno e gli organi funzionano in modo relativamente buono. La pelle è il campo di battaglia che impedisce alla malattia di progredire in profondità nel corpo. Quando più si diffonde l'eruzione cutanea, tanto più mantiene latenti le manifestazioni interne della psora", Hahnemann, in op. cit. n. 11, pag 70.
"Se compaiono vecchi sintomi durante un trattamento antipsorico, questo significa che il rimedio sta agendo sulla psora e sulle sue radici. Il rimedio agirà fino al conseguimento della guarigione. Se compare un'eruzione cutanea mentre gli altri sintomi sono migliorati o scompaiono, questo vuol dire che la fine del trattamento è vicina", Hahnemann, in op. cit n.11, pag.71 (il grassetto è del redattore).
"Persino un osservatore superficiale non sbaglia nel riconoscere questa legge dell'ordine ... (essa) spiega l'insorgenza di numerose eruzioni cutanee dovute al trattamento omeopatico e mai osservate prima ...", Hering, op.cit. n.11, pag. 73.
Le "coincidenze" dei fenomeni "cistitico" e dermatologico con la somministrazione del medicamento omeopatico, contemporaneamente al rapido miglioramento complessivo della bambina, corrispondono a quanto preconizzato dalla metodologia clinica omeopatica e impone come troppo riduttivo il classificarle come mere "coincidenze". Dopo Ignatia e Stramonium, la prescrizione di Natrum muriaticum, consequenziale alla sintomatologia emersa alla scomparsa dei sintomi iniziali, corrispondente nel profondo alla deludente esperienza di privazione affettiva materna, ha contribuito per oltre un decennio al mantenimento di un soddisfacente livello di salute complessiva.
Un'ultima considerazione è da riferire al § 2 dell'Organon8: "La guarigione ideale è la restaurazione rapida, dolce, duratura della salute ossia la rimozione del male nella sua totalità nel modo più rapido, più sicuro e innocuo, e per ragioni evidenti". Nel caso esposto, poche somministrazioni di alcuni rimedi omeopatici hanno consentito una rapida risposta terapeutica positiva, accettabilmente dolce (spostamento transitorio su un piano superficiale mucoso e poi cutaneo, con disturbi tali da non compromettere per la loro intensità il percorso di guarigione, con contemporaneo miglioramento emozionale-comportamentale); il miglioramento della problematica emozionale-comportamentale è stato duraturo.
È probabile che quando l'appropriata risposta terapeutica è rapida e dolce e, inoltre, soddisfa i criteri della cosiddetta legge di Hering, possa essere anche duratura, ma, forse, per mantenere questo risultato nel tempo è necessaria la convergenza favorevole di altri fattori: l'ambiente sociale e fisico e le scelte del paziente stesso.
CONCLUSIONI
Il trattamento dei disturbi comportamentali può richiedere un approccio multidisciplinare e può essere oltremodo arduo stabilire la "quota" di efficacia di ciascun intervento terapeutico intrapreso. Il trattamento omeopatico non sfugge a questa difficoltà ma, almeno secondo quanto indicato e confermato dalla plurisecolare esperienza clinica metodologica omeopatica, esistono dei criteri clinici che consentono di valutare se il medicamento omeopatico ha operato una qualche azione anche in casi così complessi. Tale valutazione consiste nell'applicazione dei criteri sintetizzati nella cosiddetta legge di guarigione o di Hering, (più precisamente, metodo della direzione della cura) secondo cui un trattamento omeopatico sta agendo in maniera positiva, consentendo una prognosi favorevole, qualora alla somministrazione del medicamento omeopatico consegua un miglioramento che si dirige dalle funzioni e organi più importanti o interni a quelli più esterni, dall'alto in basso, con scomparsa iniziale dei disturbi apparsi per ultimi, eventuale ricomparsa di disturbi del passato. Nel caso esposto di una bimba di quasi tre anni che presentava disturbo del linguaggio e di coordinazione motoria, auto-aggressività, reazioni esagerate da spavento, in rapporto all'esperienza di vita carceraria e alla scarsa affettività materna, i criteri preconizzati dalla citata legge di guarigione sono stati rispettati, confermandoli ancora una volta come criteri clinici utilizzabili nella valutazione dell'andamento di un trattamento omeopatico unicista.
Bibliografia
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