L'omeopatia è veramente acqua fresca?
Categorie: Metodologia Omeopatica
Autori: Giovanni De Giorgio
Fonte: Essere&Pensiero
L'omeopatia è davvero acqua fresca o possiede una sua attività comprovata da studi scientifici?
Mi sto appisolando. Squilla improvvisamente il telefono. Mi alzo dal letto. Un caro amico mi chiama per avvisarmi che in televisione, a "Ballarò", stanno discutendo di omeopatia. Afferro il telecomando e mi sintonizzo immediatamente su Rai 3, proprio mentre sta parlando l'autorevole professore Silvio Garattini. Mi concentro e ascolto il professore con la massima attenzione.
Ascolto, perché il professore parla bene, e, logicamente, rifletto su quello che dice. Poi, d'improvviso, mentre il professore dice, si confondono le mie idee. Garattini parla bene, m'incanta, quasi m'ipnotizza con la sua voce piacevolissima che mi mette pure un pochino in soggezione. Garattini è un grande scienziato. Lui è grande ed io sono piccolo, perciò la mia soggezione nei suoi confronti è doverosa. Forse, proprio la soggezione fa sì che le mie idee vadano in confusione... o forse no. Forse la soggezione non c'entra nulla perché, se ci penso bene, non soffro di soggezione.
Non soffro di soggezione, ma ammiro Garattini. Nonostante ciò, la mia attenzione stranamente diminuisce e le mie idee si confondono ancor di più quando comincio a sentir parlare di "acqua fresca". Allora mi chiedo: l'omeopatia è veramente "acqua fresca"? Sicché, mentre il professore parla, e spiega che i medicinali omeopatici non contengono nulla perché sono estremamente diluiti, io penso a certi esperimenti scientifici che dimostrano esattamente il contrario. Penso, ad esempio, ai risultati ottenuti durante un'importante ricerca realizzata da Frenkel (dell'Integrative Medicine Program-Unit 145, Department of Molecular Pathology, The University of Texas M.D. Anderson Cancer Center, Houston) assieme ad altri autorevoli ricercatori. Mentre la trasmissione va avanti, penso e ripenso che, durante questa importante ricerca realizzata "in vitro", sono stati evidenziati gli effetti citotossici di alcune ultradiluizioni omeopatiche su cellule di tumore mammario (attenzione: l'efficacia è stata dimostrata su cellule, non su pazienti eventualmente suggestionabili!); penso e ripenso che la ricerca è stata pubblicata nel 2010 sull'International Journal of Oncology; penso e ripenso che nell'abstract dell'articolo pubblicato sull'autorevole rivista scientifica viene affermato qualcosa di importante: "We studied four ultra-diluted remedies (Carcinosin, Phytolacca, Conium and Thuja) against two human breast adenocarcinoma cell lines (MCF-7 and MDA-MB-231) and a cell line derived from immortalized normal human mammary epithelial cells (HMLE). The remedies exerted preferential cytotoxic effects against the two breast cancer cell lines, causing cell cycle delay/arrest and apoptosis"; penso e ripenso al titolo dell'articolo pubblicato sull'autorevole rivista internazionale di oncologia: "Cytotoxic effects of ultra-diluted remedies on breast cancer cells"; logicamente, penso e ripenso anche all'autorevole Università del Texas e al prestigioso M.D. Anderson Cancer Center di Houston.
Mentre la trasmissione continua e mentre si avvicendano gli interventi degli autorevoli ospiti (Silvio Garattini, Mario Melazzini, Michele Mirabella, Antonella Ronchi), ascolto le loro parole e, al contempo, penso e ripenso ad alcune autorevoli ricerche scientifiche durante le quali viene chiaramente riscontrata l'efficacia delle ultradiluizioni omeopatiche. Nel pensare e ripensare a queste ricerche, che certamente non sono definitive ma comunque sono illuminanti, mi entusiasmo, continuo a puntare gli occhi verso lo schermo televisivo, rifletto. Rifletto sulle importanti potenzialità terapeutiche dell'omeopatia e sui tanti ricercatori che non ridicolizzano, ma studiano rigorosamente i medicinali omeopatici. Poi rifletto sull'interessante trasmissione televisiva, rifletto su Ballarò e sul suo distinto conduttore, rifletto su tutti i bravi ospiti presenti nello studio, rifletto sugli eccellenti servizi giornalistici mandati in onda; rifletto, rifletto, rifletto, e, mentre rifletto, mi vengono improvvisamente in mente alcuni autorevoli scienziati (matematici, fisici, chimici) che, nel realizzare ricerche scientifiche molto serie e rigorose, hanno evidenziato che la ben nota "acqua fresca" con cui vengono preparati i medicinali omeopatici, chimicamente, è acqua (H2O), ma è un'acqua "fisicamente" particolare in quanto la soluzione acquosa si trasforma "fisicamente" a seconda del principio attivo che viene diluito e dinamizzato.
Mentre la trasmissione televisiva ormai volge al termine, io penso e ripenso al principio attivo che viene diluito e dinamizzato, e, in riferimento alle ricerche scientifiche che mi vengono in mente, mi convinco che se viene diluito il veleno del cobra, a furia di diluire, in soluzione non rimarrà "acqua fresca", ma rimarrà un tipo di acqua "fisicamente" differente da quella con cui viene diluito il succo della cipolla. Con questo mio convincimento, mi accingo a spegnere il televisore, ma continuo a riflettere e ad applaudire alla trasmissione "Ballarò", condotta distintamente da Massimo Giannini, andata in onda su Rai tre. Continuo ad applaudire a tutti, anche agli ospiti che hanno espresso scetticismo nei confronti dell'omeopatia. Continuo ad applaudire fragorosamente perché lo scetticismo scientifico è utile alla ricerca e pure ai ricercatori che sanno essere scettici nei confronti del loro stesso scetticismo.
Ed allora, davanti al televisore, non ho affatto intenzione di interrompere il mio battimani perché desidero applaudire fragorosamente agli omeopati e ai non omeopati che sanno usare lo scetticismo, desidero applaudire a tutta la medicina che intende contribuire alla salute della gente, desidero applaudire ai giornalisti che s'impegnano nell'informazione e agli studiosi che s'impegnano nella ricerca, desidero applaudire ai pazienti che sono riconoscenti ed apprezzano i benefici ottenuti con l'omeopatia, desidero applaudire a tutti coloro i quali ritengono che l'omeopatia non sia una panacea ma nemmeno una "magia", desidero applaudire alle intelligenze che non spaccano la medicina in due e non alimentano contrasti tra omeopatia e allopatia. Desidero applaudire davanti al televisore. Prima di spegnere il televisore, mi viene spontaneo fare un ultimo applauso ai ricercatori scientifici sparsi per il mondo ed impegnati a capire, approfondire, sperimentare l'omeopatia. Grazie a loro, il mondo scientifico si arricchisce di importanti "prove" che, a mio modesto avviso, fanno traballare fortemente l'opinione secondo cui i medicinali omeopatici sono semplice "acqua fresca". Questo ultimo applauso lo ritengo doveroso.
Ecco, dopo questo ultimo applauso, posso spegnere il televisore. Proprio adesso, mentre spengo il televisore, penso a quello che avrei desiderato dire se fossi apparso magicamente sullo schermo. Penso, con umiltà e modestia, a quello che non avrei detto. Penso, anche in questo momento, mentre m'allontano dallo schermo. M'allontano dallo schermo, ma applaudo fragorosamente. Mi piace applaudire da lontano. Sempre da lontano, ora, proprio ora, desidero gentilmente segnalare in bibliografia alcuni autorevoli articoli scientifici che probabilmente avrei menzionato se fossi apparso magicamente sullo schermo. Sono articoli importanti perché riportano alcuni chiari effetti riscontrati scientificamente (lo ripeto tre volte: scientificamente, scientificamente, scientificamente!) con l'utilizzo di diluizioni omeopatiche. Quando leggo e rileggo questi articoli, ho la netta impressione che le varie argomentazioni che tirano in ballo l'effetto placebo, la suggestione e l'ironica "acqua fresca" non siano sostenibili. Nel dire questo, ci tengo ad esternare ancora una volta la mia ammirazione e la mia simpatia per il professore Garattini, la cui piacevole voce m'incanta e m'ipnotizza, ma non mi convince affatto quando la sento nei dibattiti durante i quali lui parla di "acqua fresca" e omeopatia. Quando il professore parla di "acqua fresca", non mi convince affatto. Mi convince, invece, la letteratura in bibliografia, e pure quella non citata per ragioni di spazio. E' una letteratura scientifica illuminante che mi consente di riflettere, ragionare, intuire, ma soprattutto mi consente di scartare decisamente l'ipotesi secondo cui i medicinali omeopatici conterrebbero soltanto "acqua fresca". L'omeopatia non è "acqua fresca". Questo non lo dico io. Altri, più autorevoli di me, lo dicono con sperimentazioni e ricerche. Il professore mi perdoni, ma tant'è.
Bibliografia
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