L'Omeopatia nel trattamento delle malattie delle pecore

Visita domiciliare su richiesta di un ragazzo che chiede espressamente una cura omeopatica per una pecora, cosa incredibile dalle mie parti. Non è una pecora adulta, ma un'agnella di due mesi, trovata sul bordo della strada. La pecorella smarrita non è stata ricercata dal proprietario e, mosso a compassione, il ragazzo se l'è portata a casa. Dopo qualche giorno la pecorella ha iniziato a manifestare un'eruzione crostosa sul naso che si è ulcerata sanguinando molto. Si considerano solo tre sintomi e se ne fa la repertorizzazione:

Ho scarsa esperienza rispetto alla possibilità di trattamento di ulcere sanguinanti con i primi rimedi che risultano dalla repertorizzazione (Sepia, Mag-m, Alum, ecc ...) per cui opto per quello che conosco meglio rispetto a situazioni cliniche analoghe e che, particolare da non sottovalutare, ho disponibile nella cassetta di pronto soccorso omeopatico che porto con me per le visite domiciliari. Si prescrive Nitric acidum 200 K, un tappino sciolto in mezzo litro di acqua naturale, 10 ml al giorno per una settimana. Si raccomanda di richiamare dopo una settimana per capire come proseguire la cura.

Il ragazzo invece non si fa più vivo e il caso finisce nel dimenticatoio. Un anno dopo, però, il giovane si rifà vivo e chiede il mio intervento per un'altra pecora. Alla domanda su che cosa fosse accaduto all'agnella visitata un anno prima. Eccola qui, risponde, è guarita quasi subito e non le è più tornato niente. Altrimenti l'avrei chiamata. Ovvio, mica si chiama per dire che il paziente sta bene!!!

Secondo caso clinico

Lo stesso ragazzo del caso precedente ha comprato una pecora gravida, magrissima, emaciata, per dare compagnia all'agnella guarita da Nitric acidum. È evidente che il ragazzo non si intende di pecore, perché lo stato dell'animale non prevedeva un compenso, che invece è stato il doppio del valore dell'animale. L'ha chiamata Angie. Gli chiedo se gli piacciono i Rolling Stones... (*) La pecora giace coricata, non mangia e non beve, ha un addome molto ingrossato, non si sa quando dovrà partorire. È impaurita, sofferente, immobile.

È ovviamente denutrita: infatti non mangia perché il fieno che le danno è grossolano, adatto per i cavalli e non per le pecore, che amano il fieno fine. Integro anche con mangime fioccato: deve mangiare e riprendersi al più presto. Secondo la mia esperienza, che conferma quella degli omeopati del passato, un rimedio che agisce bene prima del parto è Pulsatilla. Nel caso di Angie, Pulsatilla prevede anche il sintomo dell'abbandono. Le pecore sono molto timorose dei pericoli e molto ansiose, il gregge fornisce loro protezione e sicurezza, ma deve essere formato da un minimo di 4 animali.

La povera Angie è stato separata dal suo gregge, messa in un posto sconosciuto, trascurando che il luogo riveste un'importanza particolare per il consolidamento del rapporto madre-figlio: infatti, se la pecora non si sente a suo agio o si sente in pericolo non allatta l'agnello e lo abbandona. Si prescrive Pulsatilla 30 CH, 5 granuli sciolti in mezzo litro di acqua naturale, 10 ml mattino e sera, anche qualche giorno dopo il parto (sperando che avvenga in modo naturale). Dopo qualche giorno, la pecora si riprende e mangia. Dopo una settimana, il proprietario riferisce che Angie ha partorito due gemelli, ha latte e sta bene.

Note:

(*) Angie è un brano musicale del gruppo rock britannico The Rolling Stones, incluso nell'album Goats Head Soup, pubblicato nel 1973