Omeopatia, oltre 4 milioni incassati dallo Stato per la registrazione

«In virtù delle leggi specifiche, i medicinali omeopatici sono dei farmaci. Capisco che la cosa non piaccia alla comunità scientifica, ma se ne deve prendere atto. Gli attacchi offensivi alla categoria danneggiano un comparto produttivo intero».

Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese, l'associazione che rappresenta le case farmaceutiche omeopatiche, chiarisce sulle recenti polemiche che hanno coinvolto il mondo dell'omeopatia.

«Esiste - spiega - un contesto normativo definito, per cui i farmaci omeopatici sottostanno al controllo dell'Agenzia nazionale del farmaco. Prima del 2006 non era così, poi è cambiato tutto con la normativa recepita in Italia tramite il D.Lgs n. 219/2006. Allo stato attuale, all'attenzione dell'Agenzia del farmaco ci sono 3600 dossier relativi ad altrettanti medicinali in fase di valutazione. E, per agevolare le procedure, è stata introdotta la registrazione "semplificata". Perché questi farmaci sono in commercio da 40 anni. E per ognuno dei dossier paghiamo tariffe di registrazione: lo Stato ha incassato oltre 4 milioni».

Il mercato italiano omeopatico fattura complessivamente intorno ai 300 milioni di euro, offre lavoro a 4.000 addetti. È il terzo mercato in Europa dopo Francia e Germania per numero di utilizzatori e per fatturato. Sono più di 20.000 i medici che usano i medicinali omeopatici, un pediatra su 4. Il dibattito sul tema è aperto ovunque in Europa.

«Quello che accade in Italia, l'invadenza, e l'arroganza oserei dire, sul comparto omeopatico avviene perché la politica è condizionata dalla comunità scientifica e dalle lobbies accademiche - attacca Gorga - Mi auguro che il nuovo governo e il nuovo parlamento abbiano la forza di agire in modo indipendente ed essere coscienti che esistono norme che vanno rispettate da tutti».