Omeopatia tra scienza e religione. Magia? No, atto medico. La Dr.ssa Antonella Ronchi (presidente FIAMO) risponde al Dott. Di Segni
Categorie: Attualità
Autori: Antonella Ronchi
Fonte: Fiamo
Gent.mo Dott. Di Segni,
leggo su Medical Facts le seguenti frasi, riportate da un'intervista rilasciata in data 31 gennaio alla rivista online Mosaico.
"La lezione di Riccardo Di Segni. Una bella lezione però ci arriva da Riccardo Di Segni, 70 anni, medico e Rabbino Capo della Comunità ebraica di Roma, la più antica e numerosa comunità italiana. Per le sue competenze e il suo ruolo è considerato una delle principali guide spirituali dell'ebraismo italiano ed europeo, è vicepresidente del Comitato Nazionale di Bioetica e si dedica alla divulgazione della conoscenza della bioetica ebraica con pubblicazioni su riviste, lezioni, relazioni a convegni.
A proposito dell'Omeopatia, ha rilasciato un'intervista alla rivista online Mosaico, testata della Comunità ebraica di Milano, in cui ha dichiarato, a proposito del suo impegno nel Comitato Nazionale di Bioetica: «Nel 2017 ci è stato chiesto un parere sull'etichettatura dei cosiddetti medicinali omeopatici [...] Ho partecipato alla riflessione esprimendo la mia convinta contrarietà a questi prodotti, non solo perché, appunto, la loro efficacia non è convalidata scientificamente, ma anche perché una persona che assumesse questi preparati trasgredirebbe il divieto della Torah di compiere atti magici: i preparati omeopatici, infatti, si basano su sostanze che, diluite, dovrebbero continuare ad assicurare risultati benefici. Tali sostanze sono, però, così estremamente diluite da risultare di fatto inesistenti, configurando quindi la loro assunzione come ricorso a un atto magico». Insomma, una bella lezione di scienza da parte di un religioso."
Sappiamo bene che la principale resistenza al riconoscimento del valore dell'Omeopatia viene dalla sua asserita impossibilità: le soluzioni così diluite non possono avere un'azione biologica perché sono acqua fresca. Ma negli ultimi 10 anni proprio gruppi italiani quali quello di Paolo Bellavite all'Università di Verona e di Andrea Dei all'Università di Firenze hanno condotto ricerche scientifiche pubblicate in letteratura internazionale che dimostrano incontrovertibilmente l'azione del medicinale omeopatico sull'espressione a livello dei geni.
Più recentemente, studi provenienti da vari gruppi di ricerca, tra cui quelli del prof Bellare JR in India e Van Wassenhoven in Belgio, hanno chiaramente dimostrato la presenza di nanoparticelle di medicinale omeopatico anche nelle diluizioni oltre il numero di Avogadro. Chi ad oggi continua ad affermare che nel medicinale omeopatico non c'è nulla dentro, non conosce le evidenze scientifiche attuali. La dimostrazione di nanoparticelle della sostanza di partenza nel medicinale omeopatico apre nuovi scenari sul meccanismo d'azione alla base dell'Omeopatia e la posiziona nel grande campo della nanomedicina, con azione a livello dei geni.
Per i riferimenti bibliografici invitiamo a consultare la banca dati italiana di Omeopatia.
Importanti occasioni per approfondire l'argomento saranno quest'anno il convegno di Firenze della metà di marzo e il Congresso mondiale di Omeopatia che si terrà a settembre proprio in Italia a Sorrento.
Saremmo molto lieti di averla nostro ospite in queste occasioni!
Per quanto riguarda l'incompatibilità dell'uso dell'Omeopatia con i dettami religiosi, tema sul quale non siamo assolutamente titolati ad intervenire, mi limito a riportare quanto ci hanno riferito illustri colleghi medici israeliani.
Ci segnalano che Rabbi Ginzburg, uno dei Rabbini dei più conosciuti in Israele, tenne una lezione dal titolo: Giudaismo, Chassidismo e Omeopatia. Il punto fondamentale di quella conferenza fu che il più alto sistema medico è la benedizione, seguita dall'Omeopatia, seguita poi dalla medicina convenzionale. Portò alcuni esempi dal Vecchio Testamento a sostegno della sua conclusione; per citarne uno: gli ebrei uscendo dall'Egitto arrivarono in un luogo chiamato Marah, dove tutta l'acqua era amara. Dio disse a Mosè di gettare un ramo di un albero amaro nell'acqua, e miracolosamente addolcì l'acqua e la rese potabile. (Esodo 15:22). Un ramo amaro addolcì l'acqua amara: un esempio di come il simile cura il simile. Un tema quindi aperto alla discussione e al confronto.
Ricordiamo qual è in Italia la situazione a livello normativo: l'Accordo Stato Regioni del 2013 sulla formazione e l'esercizio della professione ha portato ormai in molte Regioni all'accreditamento delle scuole di Omeopatia, declinata nelle differenti discipline che comprendono Omeopatia, antroposofia e omotossicologia, e l'iscrizione dei medici esperti in appositi Registri presso quasi tutti gli ordini provinciali dei medici.
Per non dimenticare la registrazione dei medicinali omeopatici presso AIFA, in esecuzione della direttiva comunitaria sui farmaci; la normativa UE riguarda anche il riconoscimento di maggiore qualità delle carni di allevamenti curati omeopaticamente. E la già citata "Strategia dell'OMS per la Medicina Tradizionale 2014-2023" edito da OMS nel 2013, che auspica lo sviluppo dei sistemi di cura tradizionali e complementari.
L'Omeopatia è riconosciuta come atto medico dalla FNOMCeO dal 2002 insieme alla medicina antroposofica e all'omotossicologia e il suo esercizio è in Italia riservato ai medici, odontoiatri, veterinari e farmacisti per gli ambiti di loro competenza.
Un ultimo accenno al CNB. Nel 2004 Il Comitato Permanente di Consenso e Coordinamento per le Medicine Non Convenzionali, di cui sono attualmente coordinatrice, fu ricevuto in audizione dal CNB il 18 giugno 2004 , audizione richiesta a seguito della pubblicazione della Mozione sulle medicine e pratiche Non Convenzionali prodotta il 23 aprile 2004, che alleghiamo.
Si noti la posizione del Prof. Silvestrini al riguardo. Nel frattempo molte cose sono cambiate dal punto di vista normativo e forse è giunto il momento di ritrovarsi e fare il punto su questo tema così rilevante per la salute dei cittadini.
Con i miei più cordiali saluti,
Antonella Ronchi
Presidente FIAMO
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