L'omeopatia nelle emergenze

Pubblicato il 04/11/2015

Categorie: Casi Clinici Repertorizzazione

Autori: Pawan Pareek

Traduzione a cura di: Beatrice Andreoli

Fonte: Il Medico Omeopata - Rivista

L'omeopatia nelle emergenze

Ogni condizione di emergenza si caratterizza con determinati e riconoscibili segni e sintomi utili per il responso omeopatico

Un'emergenza medica è una qualsiasi condizione critica che richiede un trattamento eccezionale ed immediato poiché mette a rischio la vita del paziente. L'intervento deve essere tempestivo per prevenire un peggioramento delle condizioni cliniche.

Storicamente, nel mondo dell'omeopatia, riguardo la gestione di queste condizioni critiche si ricorda la richiesta del dottor Benninghausen ad Hahnemann. Benninghausen, che collaborava strettamente con Hahnemann, assieme ad altri colleghi chiese a quest'ultimo il permesso di utilizzare preparati allopatici in condizioni di emergenza seguiti poi da rimedi omeopatici, ma Hahnemann definì "Mongrel Sects" quegli omeopati che non studiano né praticano seriamente l'Omeopatia, indulgendo in pratiche allopatiche. Esiste la convinzione che i casi di emergenza debbano necessariamente essere trattati in modo allopatico. Ciò rivela la nostra ignoranza, inefficienza ed inadeguata conoscenza nel campo della medicina omeopatica, poiché un rimedio adeguatamente scelto è in grado di condurre ad un immediato miglioramento del paziente.

Lo stesso Hahnemann parla di questo nella revisione della quarta edizione dell'Organon, nella quale l'aforisma 82 recita quanto segue: "Nelle patologie acute, il sintomo predominante ci colpisce subito e diviene più velocemente evidente ai sensi, pertanto si rende necessario un tempo molto minore per delineare il quadro della malattia e sono sufficienti molte meno domande da porre al malato". Medici con questa capacità di comprensione possono identificare pochi e cruciali sintomi sufficienti per la scelta del rimedio adeguato, il quale, quando somministrato ad una corretta potenza, determina un miglioramento immediato delle condizioni cliniche.

Per un corretto approccio omeopatico all'emergenza è necessario basarsi su alcuni concetti importanti. Innanzitutto la legge dei simili si pone sempre come la legge fondamentale in omeopatia. Tale legge si deve applicare anche in condizioni di emergenza, con la sola differenza che qualsiasi decisione deve essere veloce e basata su osservazioni accurate che conducano alla più precisa definizione del sintomo. Decisioni nonché interpretazioni corrette assumono la massima importanza.

Sicuramente sintomi rari e peculiari rivelano l'individualità del paziente e durante la gestione dell'emergenza va data molta importanza anche alla sfera mentale; anche lo stato di coscienza del paziente deve essere considerato come sintomo importante. Per l'utilizzo particolare dell'omeopatia nelle unità di terapia intensiva è fondamentale porsi alcune domande, tra cui le seguenti: il paziente presenta febbre importante? Quest'ultima, se presente, è continua o intermittente? Come sono le condizioni generali? Gli occhi sono aperti, come si presentano le pupille? Come si presenta il respiro, il paziente desidera essere sventolato? La somministrazione di farmaci sopprime o produce sintomatologia? La testa si presenta calda, i piedi freddi? Il quadro generale del paziente ci ricorda un particolare rimedio? Talvolta l'instaurarsi di condizioni patologiche trova la sua base in meccanismi che originano dal vissuto emotivo ("Mind"), il quale non a caso rappresenta la base della prescrizione omeopatica. Per fare qualche esempio, condizioni come rabbia soppressa, tristezza, perdite finanziarie, ecc… possono causare la comparsa di ipertensione arteriosa o perfino apoplessia.

Ovviamente esistono anche condizioni in cui l'uso dell'omeopatia si rivela estremamente limitato, come ad esempio in caso di disidratazione severa, denutrizione, intossicazioni acute, coma diabetico e altre ancora. Anche nei casi di emergenza medica l'osservazione attenta dei segni e sintomi del paziente, in particolar modo di quelli più rari e peculiari, guida il medico nella scelta del rimedio omeopatico. Pertanto, medici in grado di percepire correttamente segni e sintomi possono giungere alla scelta del rimedio corretto, il quale, quando somministrato alla corretta potenza, condurrà ad un immediato miglioramento.

Alcuni rimedi dell'emergenza

Esiste un corteo di rimedi a cui è possibile pensare in caso di condizioni di emergenza. Tale gruppo si può innanzitutto suddividere schematicamente in medicinali da utilizzare "prima dell'ICU (Intensive Care Unit - Unità di Terapia Intensiva)" o "dopo l'ICU".

Di seguito si riportano le caratteristiche proprie e salienti di alcuni di questi rimedi.

 

PRIMA DELL'ICU: Acon, Cactus G, Carbo veg, Spig

1) ACONITUM NAPELLUS

- paura intensa, irrequietezza, ansia
- manifestazioni improvvise
- problemi causati da colpi di freddo, spaventi, traumi, interventi chirurgici
- congestione fino all'apoplessia
- testa calda
- polso forte e pieno
- febbre alta e pelle calda e secca
- assenza di sudore
- dolori brucianti, pizzicanti
- torpore
- dolori brucianti, insopportabili, che portano alla disperazione; formicolio, torpore
- spesso una guancia rossa e calda e l'altra pallida e fredda
- sete intensa per acqua fredda
- ritenzione urinaria
- peggioramento con vento freddo e secco, in una stanza calda, la sera e la notte, giacendo sul lato malato
- miglioramento all'aria aperta

2) CACTUS GRANDIFLORUS

- malinconico, taciturno, di cattivo umore
- paura e stress, urla di dolore
- forti pulsazioni avvertire in sedi strane (stomaco, intestino, estremità)
- costrizione dolorosa nella parte bassa del torace, con difficoltà a respirare
- palpitazioni cardiache: "cuore spremuto"
- battiti cardiaci piccoli e irregolari, con necessità di ispirazioni profonde
- dolore all'apice del cuore, che scende lungo il braccio sinistro fino alla fine delle dita
- caratteristica debolezza e torpore del braccio sinistro
- rimedio "delle 11": "11 a.m. e 11 p.m."
- peggioramento con il cammino, salendo le scale, la notte, dopo mangiato, giacendo sul fianco sinistro
- miglioramento la sera, con il sonno, con il riposo, all'aria aperta

3) CARBO VEGETABILIS

- indicato dopo chirurgia o collasso, in condizioni cliniche pericolose per la vita
- avversione al buio, paura del fantasmi
- possibile distensione di stomaco e addome
- avaro di aria: desiderio di essere sventolato, ha bisogno di più aria
- pelle bluastra, fredda, ecchimotica
- ginocchia fredde, naso freddo, lingua fredda, respiro freddo, sudorazione fredda
- peggioramento la sera, la notte e con cibi grassi
- miglioramento con le eruttazioni, sventolando, con il freddo

DOPO L'ICU: Lyc, Lach, Nat-M, Phos, Puls, Psor, Sulph, Medh, Syph, Tub

1) ARSENICUM ALBUM

- grande ansia, grande irrequietezza, grande prostrazione
- perdita di speranza nella vita, paura della morte
- pignoleria
- labbra scure e secche
- sete per quantità piccole e frequenti
- peggioramento la notte, dopo mezzanotte, con l'aria fredda, con bevande fredde, con applicazioni fredde
- miglioramento giacendo con la testa in alto, giacendo in una stanza buia, con il calore e con cose calde

2) AURUM METALLICUM

- depressione profonda, stanchezza della vita, tendenze suicide
- miglioramento caratteristico con la musica
- intolleranza alla contraddizione, che suscita rabbia
- afflusso di sangue alla testa, con palpitazioni violente
- occhi luccicanti, faccia brillante e gonfia
- ansia profonda avvertita nella regione precordiale
- sensazione che camminando il cuore traballi
- peggioramento con agitazione emotiva, tempo freddo, dall'alba al tramonto
- miglioramento il mattino e l'estate

Per quanto riguarda invece in particolare il coma, esiste una rosa di rimedi ai quali pensare in questi casi: Arn, Bapt, Hell, Ign, Op, Zinc Met

1) OPIUM

- discorsi deliranti con occhi spalancati
- sonno comatoso con rantoli e respiro russante
- spasmo della faccia, soprattuto agli angoli della bocca
- non responsivo a luce, tocco, rumore o nessun altro stimolo
- faccia rossa e gonfia
- occhi iniettati di sangue e semiaperti in modo asimmetrico
- espirazioni lunghe e lente, guance tirate o bocca molto aperta
- mandibola cadente
- pelle ricoperta da sudore caldo
- ritenzione urinaria
- costipazione
- peggioramento col calore, durante e dopo il sonno
- miglioramento con cose fredde e camminata costante

2) HELLEBORUS NIGER
- idrocefalo (effusione)
- sguardo fisso
- totale incoscienza
- pizzica le labbra e i vestiti
- fronte aggrottata in pieghe
- testa che barcolla giorno e notte
- testa affondata nel cuscino
- orribile odore dalla bocca
- movimento di masticatura
- bramosia di deglutire acqua fredda seppure "incosciente"
- soppressione delle urine
- idrotorace
- movimento automatico di un braccio e di una gamba
- pollici spinti sul palmo della mano
- peggioramento la sera fino al mattino e stando scoperti

3) ZINCUM METALLICUM
- malinconico, letargico, inebetito, paretico
- avvelenamento da eruzioni o produzioni soppresse
- caratteristico miglioramento con le eliminazioni
- anemia marcata con prostrazione profonda
- tremori, spasmi convulsivi e agitazione nei piedi
- fronte fredda e nuca calda
- movimenti automatici di testa e mani
- rotazione degli occhi piedi in continuo movimento
- cammina appoggiando l'intera pianta del piede sul pavimento
- peggiora con le mestruazioni, il tocco, dalle 5 alle 7 p.m., dopo cena
- migliora con le eliminazioni e la comparsa di eruzioni

Nel trauma cranico, infine, è bene prendere in considerazione la possibilità di utilizzare uno tra i rimedi seguenti: Acon, Ars, Cic, Hype, Nat-Sulph, Op

1) NATRIUM SULPHURICUM
- depresso, irritabile, peggio al mattino
- non gli piace parlare o perfino che gli venga rivolta la parola
- stanco della vita
- la musica dal vivo lo rende triste
- esiti di trauma cranico
- meningite spinale
- dolore indescrivibile a livello vertebrale, come le vertebre se fossero separate
- testa che penzola all'indietro, delirio, opistotono
- desiderio per ghiaccio o acqua fredda o ghiacciata
- dolore alla parte inferiore sinistra del torace
- dispnea grave con violenti attacchi
- espettorazione verdastra, purulenta e profusa
- peggiora col bagnato e il clima umido, col riposo, giacendo sul lato sinistro, alle 4-5 a.m.
- migliora con il clima secco, con la pressione, seduto

2) CICUTA VIROSA
- polarità per il midollo allungato, gastrointestinale e cutanea
- effetti cronici dovuti a concussione di encefalo e midollo spinale
- estremamente utile in forme di meningite cerebrospinale
- gesti bizzarri
- qualsiasi cosa appare strana e terribile
- sensazioni stupide, si sente come un bambino
- malinconia con indifferenza
- appetito per il gesso e altre cose indigeribili
- spasmi con faccia rossa, labbra blu e perdita di sangue dalla bocca
- convulsioni con perdita di coscienza, contorsioni terribili degli arti inferiori e del corpo
- trazione spasmodica della testa all'indietro
- le gambe non possono essere raddrizzate una volta piegate
- corpo incurvato all'indietro come un arco
- peggioramento con il rumore leggero, l'ingresso improvviso di qualsiasi persona nella stanza, il parlare a voce alta, il tocco, le scosse
- miglioramento con il riposo, in una stanza buia, col calore

 

Casi clinici

CASO CLINICO n. 1

Cardiomiopatia dilatativa e alterazione della funzionalità tiroidea

Una ragazza dell'età di dodici anni lamenta dolore ai quadranti inferiori dell'addome, in particolare alla fossa iliaca destra, febbre e vomito. Il medico di ruolo inquadra il caso come appendicite acuta e la paziente viene inviata all'attenzione dei chirurghi, i quali eseguono un'ecografia, che si rivela nei limiti della norma.

La paziente continua però a lamentare lo stesso dolore in modo intermittente assieme a febbre ondulante, e viene messa in terapia antitubercolare. Questo trattamento prosegue nel tempo e le condizioni della paziente peggiorano.

Dopo un anno intero di terapia, il miglioramento rimane trascurabile e persiste il dolore addominale, assieme a vomito, comparsa di ascite ed epatomegalia. Inizia inoltre una difficoltà respiratoria. Esami radiologici del torace rivelano presenza di "cardiomegalia con effusione pleurica, un'opacità polmonare sinistra a margini indefiniti ed un'opacità polmonare a livello del lobo inferiore destro a margini indefiniti". Un'ecocardiografia conferma la cardiomegalia, assieme ad "ipocinesia globale del ventricolo sinistro, rigurgito delle valvole mitrale e tricuspide, leggera effusione pericardica, frazione di eiezione del 22%", portando alla diagnosi di cardiomiopatia dilatativa.

Le condizioni cliniche peggiorano rapidamente e nel frattempo è completato il ciclo di terapia antitubercolare. Compaiono difficoltà respiratorie, anasarca, epatomegalia, effusione pleurica bilaterale e scompenso cardiaco congestizio.

La paziente è quindi trasportata a New Delhi per una valutazione omeopatica. All'accettazione del caso, l'ecografia rivela quanto segue: "Moderata epatomegalia, aumento di IVC (vena cava inferiore) e vene epatiche, moderata ascite, moderata effusione pleurica bilaterale".

Gli esami ematochimici mostrano aumento della VES con un valore di 25 mm/h (v.n. 0-20 mm/h), aumento del TSH con un valore di 5.17 UI/ml (v.n. 0.27-4.2 UI/ml), iperbilirubinemia (soprattutto indiretta) con un valore di 1.65 mg/dl (v.n. 0-1 mg/dl) e iposodiemia con un valore di 128.8 mmol/L (v.n. 136-149 mmol/L).

L'analisi delle urine mostra colore giallo, albuminuria in tracce, presenza di cellule epiteliali, globuli bianchi ed eritrociti. I sintomi della paziente sono i seguenti:

- irritabilità, pianto
- tristezza
- gonfiore generalizzato
- assenza di sete
- urine a gocce
- calorosità (sintomo storico)

Si prescrive APIS MELLIFICA 200 settimanalmente, la sera prima di coricarsi.

Poi, una nuova repertorizzazione è la seguente:

- irritabilità, pianto
- tristezza persistente
- lenta diminuzione del gonfiore
- persistenza dell'assenza di della sete
- getto flebile delle urine

Si prescrive di nuovo APIS MELLIFICA 200, da ripetere settimanalmente la sera (Fig.13).

Successivamente:

- miglioramento della tristezza
- diminuzione del gonfiore
- leggero aumento della sete
- getto delle urine ancora flebile

Si prescrive APIS MELLIFICA 200 ripetuto per un mese.

Durante il trattamento è eseguito un ecocardiogramma, che mostra: "Cardiomegalia con ipocinesia globale del ventricolo sinistro, rigurgito delle valvole mitrale e tricuspide, frazione di eiezione di circa 26%", con conferma della diagnosi di cardiomiopatia dilatativa. Nel tempo, poi, si hanno progressivamente riduzione del gonfiore, aumento della sete e mitto flebile. Un nuovo esame ecocardiografico mostra una frazione di eiezione in aumento, che raggiunge un valore del 35% e conferma la diagnosi precedente.

Un nuovo esame ecografico si rivela simile al precedente ma con un leggero miglioramento del quadro.

Dopo qualche mese, i sintomi sono:

- gonfiore diminuito ma ancora presente
- ancora poca sete
- mitto urinario ancora flebile

Si prescrive APIS MELLIFICA 200, ripetuta per un mese.

Viene ripetuto poi un esame ecografico, che a questo punto mostra un importante miglioramento, con scomparsa dell'effusione pleurica bilaterale.

Al controllo successivo:

- gonfiore completamente scomparso
- aumento della sete
- flusso delle urine molto migliorato

Si prescrive di nuovo APIS MELLIFICA 200, settimanalmente.

Una nuova ecocardiografia rivela quindi: "Ipertrofia borderline del ventricolo sinistro con lieve diminuzione della sua funzione, rigurgito moderato delle valvole mitrale e tricuspide, frazione di eiezione del 45%". Dopo altri mesi, un ulteriore esame ecocardiografico mostra soltanto: "Rigurgito moderato delle valvole mitrale e tricuspide, con una frazione di eiezione del 54%". L'esame ecografico è completamente nella norma. La paziente finalmente sorride!

La tensione sui medici tuttavia non termina, poiché gli esami ematochimici mostrano ancora un aumento del TSH, con un valore di 7.57 UI/ml (v.n. 0.27-4.2 UI/ml). L'esame delle urine continua a mostrare un colore giallo delle stesse.

Si raccolgono allora i nuovi sintomi, ossia:

- facile raffreddamento
- aumento pomeridiano della temperatura corporea
- dolore addominale severo
- nervosismo
- astenia
- calorosità (sintomo storico)

Si prescrive ARSENICUM IODATUM 200 settimanalmente, la sera.

Alla visita di controllo:

- il nervosismo permane
- starnuti e disturbi nasali migliorati
- lieve miglioramento della febbre
- dolore addominale moderato
- miglioramento dell'astenia

Si prescrive ancora ARSENICUM IODATUM 200 settimanalmente, la sera.

Con la prosecuzione della terapia si risolvono tutti i sintomi, col la sola persistenza di una febbricola. Si continua con la somministrazione di ARSENICUM IODATUM 200 e la funzionalità tiroidea (TSH) migliora.

 

CASO CLINICO n. 2

Accidente cerebrovascolare

Una donna di 68 anni, molto emotiva, con diagnosi di ipertensione nota, soffre di insonnia e di attacchi isterici. E' in terapia con farmaci antiipertensivi e tranquillanti (non meglio specificati).

Riporta una storia di profonda tristezza da quando la figlia ha divorziato, sette anni prima, dopo lunghi problemi con i suoceri. La storia della paziente è la seguente:

- un giorno, durante la cena, suona il telefono
- intenso dolore alla testa all'altezza della radice del naso
- risa incontrollate alternate a scoppi di pianto
- soffocamento alla deglutizione di cibo

La paziente diventa completamente incosciente. Presenta perdita involontaria di urine e paralisi della parte destra del corpo.

Gli esami ematochimici mostrano ipercolesterolemia (246 mg/dl; v.n. < 200 mg/dl), deficit di colesterolo HDL (42.9 mg/dl; v.n. > 65 mg/dl, alto rischio se < 45 mg/dl) ed eccesso di colesterolo LDL (153 mg/dl, v.n. < 100 mg/dl).

La TC encefalo mostra: "Ampio ematoma intracerebrale nella regione periventricolare fronto-parietale sinistra e nella parte anteriore sinistra del centro semivocale, con moderato edema circostante. Minimo effetto-massa sul corpo del ventricolo laterale sinistro, senza spostamenti significativi della linea mediana. Non emorragia intraventricolare. Atrofia cerebrale senile diffusa".

Le condizioni cliniche peggiorano e controlli ematochimici rivelano la presenza di leucocitosi neutrofila e anemia. A questo punto la consulenza neurologica offre poca speranza alla paziente ed i medici mostrano opinioni discordanti. La paziente è ammessa in ICU. La donna rimane completamente incosciente per diciassette giorni, con occhi semichiusi, presenza di emorragia retinica e contrazione facciale spasmodica, soprattutto all'angolo della bocca. Il respiro è rumoroso, i piedi e le estremità sono calde, inoltre si ha necessità di cateterizzazione.

Si somministra OPIUM 200: singola dose sublinguale (pz incosciente).

La somministrazione non porta ad alcuna risposta e si attende per un giorno intero.

Si somministra allora OPIUM 1000, singola dose sublinguale, e la paziente ritorna ad uno stato di "semi-coscienza".

I sintomi sono i seguenti:

- stato di "semi-coscienza"
- uscita di lacrime dagli occhi alla vista della propria figlia divorziata
- emorragia retinica
- faccia bluastra
- spasmi dei muscoli di faccia e occhi
- pollici contratti.

Si prescrive IGNATIA AMARA 1000.

Dopo l'assunzione:

- ripresa della coscienza
- non più lacrime
- persistenza dell'emorragia retinica
- espressione della faccia stupefatta
- non più spasmi muscolari
- pollici tornati nella normale posizione
- impossibilità ad aprire l'occhio destro
- difficoltà in deglutizione e parola
- passaggio dei fluidi dal lato della bocca
- emiparalisi destra

Si effettua allora prescrizione di BOTHROPS LANCEOLATUS 200, settimanalmente la sera.

Dopo quattro settimane di trattamento:

- scomparsa dell'emorragia retinica
- la paziente inizia a sedersi
- in grado di parlare con difficoltà
- scomparsa dell'uscita di cibo dalla bocca
- iniziale miglioramento del lato del corpo paralizzato

Continua allora la terapia di BOTHROPS LANCEOLATUS 200.

Una TC encefalo dopo il trattamento mostra: "Infarto sub-acuto del lobo frontale sinistro con atrofia cerebrale generalizzata". La paziente mostra un recupero crescente delle proprie condizioni.

 

CASO CLINICO n. 3

Trauma cranico

Un uomo di mezza età cade improvvisamente dal tetto del terzo piano, mentre guardava in basso. E' incosciente non appena raggiunge il suolo e i soccorritori sospettano un trauma cranico. Nella sua anamnesi patologica si annovera un trauma cranico avvenuto dieci anni prima. Il paziente è trasportato in ambulanza a New Delhi, dove il neurologo inquadra immediatamente una cattiva prognosi: per prima cosa non è sicuro che l'uomo sopravvivrà e in secondo luogo sostiene che, qualora sopravvivesse, soffrirà di crisi epilettiche severe oppure riporterà degli esiti neurologici. In ICU il paziente si trova ancora in stato di "semi-coscienza". Viene allora trasportato in un ospedale dove c'è la possibilità di effettuare flebo.

I sintomi sono:

- frequenti domande e stupore
- testa calda
- faccia rossa e gonfia, espressione ottusa
- naso freddo
- cateterizzato
- piedi e resto del corpo freddi
- emiplegia al lato sinistro del corpo

Una TC encefalo prima del trattamento mostra: "Ematoma a livello dei gangli della base destri con effetto massa. Infarto lacunare sinistro. Atrofia cerebrale diffusa (senile)".

Si prescrive ARNICA MONTANA 200 in singola dose sublinguale.

Il paziente strizza o apre gli occhi per pochi secondi. Persiste lo stato di incoscienza; la testa calda e il naso/resto del corpo freddi appaiono meno marcati. Si effettua la ripetizione dello stesso rimedio, ma le condizioni rimangono stazionarie.

Si somministra allora ARNICA 1000 in singola dose sublinguale.

Il paziente inizia a strizzare un occhio e quindi apre gli occhi. Riesce a riconoscere tutti i familiari, ma lo sguardo rimane inespressivo. Si prescrive lo stesso rimedio ogni due settimane la sera. Il paziente non rientra in clinica poiché durante il trasporto torna di nuovo incosciente. Il neurologo consiglia una terapia con farmaci antiepilettici, da proseguire per almeno tre anni. Il paziente inizia ad avere assenze della durata di qualche secondo ed inizia ad assumere i farmaci antiepilettici consigliati. Successivamente lo stato di incoscienza si prolunga e quindi si aumenta la dose dei farmaci sopracitati.

Il quadro diventa il seguente:

- frequenza delle assenze aumentata, anche di fronte ai clienti
- incapacità di concentrarsi sugli affari
- assenza di aura
- EEG nei imiti della norma

Si prescrive NATRIUM SULPHURICUM 1000 in singola dose bisettimanalmente la sera.

Il paziente mostra allora finalmente senso di benessere, scomparsa delle assenze ricorrenti, concentrazione negli affari.

Si prescrive di nuovo NATRIUM SULPHURICUM 1000 in singola dose bisettimanalmente la sera.

Una TC encefalo dopo il trattamento rivela: "Encefalomalacia nei gangli della base destri con ipotrofia (causata da pregresso ictus ischemico) con atrofia dell'emisfero destro". Grazie alla terapia omeopatica, il paziente inizia a ritornare alla propria vita quotidiana.

 

Conclusioni

Nell'emergenza, la gestione del paziente dal punto di vista omeopatico non differisce da quella clinica abituale, se non nel fatto che ogni decisione deve essere presa in temi estremamente più brevi. In ogni caso, però, sono sempre i segni e sintomi del paziente a guidare il medico nella più giusta prescrizione.

In caso di condizioni mediche gravi, spesso anche il medico più esperto entra nel panico e non sa come procedere. Tuttavia bisogna ricordare che ogni condizione di emergenza si caratterizza con determinati e riconoscibili segni e sintomi.

Nell'emergenza è basilare guarire l'encefalo per mezzo dei principi hahnemanniani e della Materia Medica ed affrontare la situazione con un'inclinazione mentale vittoriosa, il che può portare a risultati il più delle volte eccezionali.

La legge dei simili è la legge fondamentale dell'omeopatia ed essa si applica anche alle condizioni di emergenza medica. Il dovere del medico è quello di guarire la sfera mentale, utilizzando i numerosi rimedi che abbiamo a disposizione. Medici in grado di percepire correttamente segni e sintomi possono giungere alla scelta del rimedio corretto, il quale, quando somministrato alla corretta potenza, porterà ad un miglioramento immediato.

E' possibile quindi una gestione dell'emergenza per mezzo di rimedi omeopatici. Ciò si basa sull'applicazione di una rigorosa metodologia in tempi brevi basandosi su quanto originariamente esposto da Hahnemann, sull'individuazione dei sintomi "più rari e peculiari", sulla loro corretta interpretazione ed infine sulla conoscenza accurata della Materia Medica.

Tutto ciò permette di poter scegliere il rimedio maggiormente indicato in ogni singolo caso o condizione e di raggiungere ottimi risultati.

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