Menopausa ed omeopatia
Categorie: Repertorizzazione
Autori: Giandomenico Lusi
Fonte: Il Granulo
La menopausa è la fisiologica fine del ciclo mestruale femminile, intorno all'età di 50 anni.
Oggi, grazie all'allungamento della vita, una donna può vivere un terzo della propria esistenza in menopausa, mentre all'inizio del '900 tale periodo era un quarto o anche meno.
Questo cambiamento ha portato la menopausa alla ribalta tanto da finire per essere considerata una malattia piuttosto che un evento fisiologico. Avvicinandosi all'età menopausale o vivendola, le donne si sentono spesso confuse su come affrontarla e il medico deve esser in grado di poter fornire i giusti consigli alle proprie pazienti.
La causa biologica della menopausa è la cessazione della produzione di estrogeni e progesterone da parte delle ovaie. La mancanza di tali ormoni produce i sintomi classici della menopausa, che si presentano in modo più o meno intenso in ogni donna e per un periodo di tempo anch'esso variabile da pochi mesi a vari anni:
- disturbi vasomotori = vampate di calore, sudorazioni, estremità fredde, cefalea;
- secchezza vaginale, con predisposizione ad infezioni vaginali e urinarie
- disturbi della libido = riduzione o scomparsa dello stimolo sessuale, talora accentuazione;
- sindrome depressiva
- tendenza all'aumento di peso.
La menopausa può aumentare il rischio di malattie cardiocircolatorie e d'osteoporosi. L' osteoporosi è una demineralizzazione dell'osso che pertanto diventa più "leggero" e più esposto al rischio di frattura. È dovuta ad un normale processo di invecchiamento che, in menopausa, può aggravarsi.
La medicina convenzionale consiglia di ricorrere alla cosiddetta terapia sostitutiva, HRT (Hormone Replacement Therapy) o TOS in italiano (Terapia Ormonale Sostitutiva) ovvero la sostituzione degli ormoni naturali (estrogeni e progesterone) non più prodotti dall'organismo con ormoni di sintesi chimica. Tale terapia può essere effettuata utilizzando i soli estrogeni, oppure entrambi gli ormoni estrogeni e progesterone, somministrati osservando brevi periodi di interruzione o in modo continuativo.
Sebbene qualcuno (sempre di meno) ritenga ancora che la TOS possa proteggere dai fattori di rischio della menopausa (i pareri non sono per niente concordi nel campo della medicina convenzionale) e ridurre i sintomi più fastidiosi come le vampate e le sudorazione, è da tenere in considerazione che tale terapia può esporre le donne a gravi rischi, quali il cancro alla mammella, all'utero e all'ovaio, e non solo!
A proposito di TOS ed osteoporosi, già dal 2001 si avanzavano forti dubbi sulla efficacia preventiva del trattamento ormonale sostitutivo: in altre parole, non ci sono prove definitive che la TOS protegga da fratture e sembrerebbe essere altrettanto efficace del placebo!, cioè dell'acqua fresca che, in cambio, non provoca i gravi effetti della TOS. (Ministero della Salute -Direzione Generale della Valutazione dei Medicinali e della Farmacovigilanza - Clinical Evidence, edizione italiana, n. 2 - 2002, pag. 136-137. Il libro è pubblicato dal Ministero in collaborazione con il British Medical Journal).
Ancora più allarmante uno studio da poco pubblicato su Lancet che conferma come la TOS possa aumentare di molto il rischio di cancro dell'ovaio, dell'utero e della mammella (Beral V. et al. Ovarian cancer and hormone replacement therapy in the Million Women Study. Lancet. 2007 May 19; 369 (9574): 1703-10).
Infine, un recente studio conferma quanto già noto fin dal 2002: la TOS in post-menopausa aumenta il rischio di gravi malattie cardiovascolari quali infarto e trombosi venose. L'autorevole rivista British Medical Journal conclude in maniera chiara: "la TOS iniziata in donne anziane (dopo 15 anni dalla menopausa) non riduce il rischio di fratture, ma aumenta in maniera sostanziale il rischio di eventi cardiovascolari. Tale trattamento non va perciò utilizzato. Resta aperta la discussione sull'utilità della TOS in donne più giovani, subito dopo la menopausa, e per periodi brevi di tempo visto il rischio aumentato di cancro della mammella e dell'ovaio." (Vickers M., MacLennan A., et al. - Main morbidities recorded in the women's international study of long duration oestrogen after menopause WISDOM: a randomized controlled trial of hormone replacement therapy in postmenopausal women - Br. Med. J., 2007).
Anche rispetto a questo delicato momento della vita della donna l'omeopatia è in grado di fornire un valido supporto che permetta di alleviare i disturbi proprio della fase di adattamento alla menopausa, sopra riportati, con un trattamento che unisce efficacia ad assenza di effetti tossici o iatrogeni, cioè di malattia provocata dallo stesso farmaco. Di fronte ad una donna in menopausa va rispettato uno dei principi base dell'omeopatia: l'individualità del trattamento, cioè ad ogni singola donna il suo farmaco. I sintomi specifici che ogni paziente manifesta guidano il medico omeopatico verso la cura più adatta.
In altre parole se il medicinale omeopatico XY è stato utile per una paziente, probabilmente sarà inefficace in un'altra che richiederà, invece, il rimedio ZW. Ciò significa che sono numerosi i rimedi omeopatici utili in menopausa. Ciò promesso, è innegabile che esistono alcuni rimedi che vengono, con ottimi risultati, più spesso di altri prescritti per donne in menopausa.
Brevi esempi di due tra i tanti rimedi della menopausa
Lachesis mutus
È preparato dal veleno di un serpente.
Molti sintomi sperimentali di questo rimedio ricordano quelli della menopausa: vampate di calore con arrossamento della cute, cefalee congestive, ipertensione arteriosa, ipersensibilità al tatto, senso di costrizione alla gola e difficoltà di deglutizione, sensazione di abiti stretti, alternanza di eccitazione e depressione, loquacità, sospettosità, insonnia.
Sepia
E' preparato utilizzando l'inchiostro della seppia.
Rallentamento della circolazione venosa e congestione, specie nel basso ventre. Il tessuto connettivo si indebolisce, si rilascia, la pelle perde di tono, forma pieghe, i seni tendono a farsi cadenti.
È migliorata dal movimento che riattiva la circolazione venosa. Tendenza alla sindrome depressiva, alla tristezza, mancanza di stimolo sessuale ed avversione ad avere rapporti sessuali. Secchezza vaginale e forte stitichezza completano il quadro.
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