Una giornata da medico veterinario omeopata di provincia

Pubblicato il 09/11/2012

Categorie: Omeopatia per Animali

Autori: Lorenzo Rossi

Fonte: Il Granulo

Una giornata da medico veterinario omeopata di provincia

Drin, drin...drin.... sì, è il telefono. Accidenti, dopo tanti anni di professione ancora non riesco ad abituarmi alle sveglie improvvise. E poi oggi è domenica! Assaporo ancora per qualche secondo il tepore del letto e poi rispondo al diabolico marchingegno. Una voce conosciuta, dal tono concitato, mi chiede di recarmi d'urgenza perché una bovina partorita da tre giorni, è "a terra" e non ha nessuna intenzione di alzarsi. È solo la prima telefonata di una giornata che, a dispetto della festività, si preannuncia particolarmente intensa. Dopo un po' sono al caldo di una stalla e in un box una frisona di circa sei anni mi guarda distaccata, quasi annoiata, ruminando lentamente.

La sua storia è semplice: è quarto parto e da tre gironi è in paresi; la terapia classica farmacologica non ha dato i risultati sperati e .... eccomi qua per vedere se i "pallini" (è il nome con cui gli allevatori chiamano i rimedi omeopatici) riescono ad alzarla. La visita clinica non evidenzia niente di particolare ad eccezione della mancata sensibilità degli arti posteriori. Le grandi funzioni sono conservate, temperatura normale, frequenza respiratoria e polso nella norma: è la classica paresi atipica post-partum dovuta molto probabilmente a errori dietetici. Rifletto che i sintomi per una prescrizione omeopatica sono veramente pochi. Renzo, l'allevatore interessato, interrompe i miei pensieri: "Dottore, questa notte ha provato molte volte ad alzarsi senza riuscirci, è un peccato, perché è un animale che fa molto latte. "

Ecco una di quelle situazioni in cui la filosofia conta veramente poco, c'è solo da guarire una paziente che se ne infischia delle infinite discussioni sulle tecniche e metodologie terapeutiche, ma chiede semplicemente di ritornare in ... piedi. Devo tentare, nonostante non abbia sintomi clinici peculiari, per cui devo valorizzare quel poco che ho come quel particolare odore dell'urina che avverto. Una rapida anamnesi recente mi conferma che l'asciutta (periodo di riposo dalla produzione di latte - nota de il granulo) della bovina è stata impropria e, inoltre, osservo che nonostante gli arti posteriori e anteriori siano freddi alla palpazione, la testa e la parte del dorso dell'animale sono umide come se avesse sudato abbondantemente.

Preparo una soluzione del rimedio omeopatico ad alta potenza somministrandola per via orale; dopo cinque minuti ripeto la stessa operazione con una potenza maggiore. Adesso si tratta di aspettare un po' per vedere la reazione della bovina; ne approfitto per accettare il canonico caffè già preparato in casa e per allentare la tensione perché sono realmente ansioso di vedere il risultato. Non a caso, una delle prime cose che mi ha affascinato dell'omeopatia è vedere il risultato di una corretta diagnosi e prescrizione in termini immediati, veloci, direi istantanei.

Dopo circa mezz'ora rientro nella stalla e la vacca appena stimolata e con il non richiesto aiuto di Renzo, si alza, traballa un po' ma è in piedi, fa dei passi. O.K sono stato anche fortunato perché ho eseguito una prescrizione omeopatica su pochi sintomi e valorizzando molto una causa eziologica indiretta: però, la legge dei simili è veramente notevole. Quando è possibile realizzare una prescrizione in cui l'analogia della patogenesi del rimedio somministrato con la patologia è simile, il risultato non può mancare.

Sono passati altri dieci minuti e ora la bovina si muove tranquillamente, ben salda anche sulla parte posteriore. È ora di andare e il sorriso di Renzo mi accompagna per un po' di strada.

In realtà sono appena le sette del mattino e sulla via, accanto al fiume, l'erba è ancora bagnata dall'umidità della notte e il pallido sole che si affaccia sembra non essere ancora completamente sveglio. Ecco l'azienda di Alfredo dove voglio controllare una giovane bovina trattata alcuni giorni fa. Quest'azienda proprio ultimamente ha subito delle trasformazioni: tra difficoltà economiche e, forse l'età, ha eliminato tutte le bovine lattifere. Alfredo mi disse che era stanco di fare l'allevatore, era diventato troppo difficile, complicato ed era ora che si godesse la pensione.

Il risultato è stato la vendita di tutte le vacche e dopo un po', per compensare la nostalgia e l'abitudine .... al lavoro sono arrivati in azienda una ventina di vitelloni da ristallo e una decina di pezzate rosse austriache da utilizzare solo per la produzione di carne. Il motivo della mia visita di controllo è dovuto proprio all'introduzione di questi nuovi soggetti. Appena arrivati, sono stati tutti curati per una sindrome respiratoria e una manza, nonostante la terapia a base di sulfamidici, antibiotici, vasodilatatori ed espettoranti non riesce a migliorare, anzi sta peggiorando per cui il proprietario chiede l'aiuto "ai pallini omeopatici".

Alla visita trovai un soggetto con i classici sintomi riscontrabili sull'apparato respiratorio nel corso di un'infezione virale. Tuttavia mi avevano colpito alcuni sintomi particolari per cui mi era stato agevole prescrivere un rimedio omeopatico già ampiamente utilizzato dai pediatri nei bambini. Tutto questo era avvenuto quattro giorni fa e adesso ero veramente curioso di verificare il risultato. Appena entrato nel cortile, il vocione di Alfredo e il modo con cui mi saluta mi confermano che è tutto a posto e mi toglie il gusto della sorpresa: "Caro dottore già dal giorno dopo che siete venuto, la manza mangia normalmente, non tossisce quasi più, anzi meno male che siete venuto perché non so se continuare o no con quei pallini".

Visito attentamente la giovane bovina, ma per quanto mi sforzi, non riesco a percepire più nessun sibilo, nessun fischio sull'emitorace destro, né all'apice del polmone che era maggiormente interessato. Eppure qui i rantoli li ho ascoltati io stesso! La manza è davanti a me, mangia tranquillamente e per ricordarmi che è reale s'inarca facendo la pipì gratificandomi di qualche schizzo! Si lo so. L'omeopatia è una disciplina rigorosa, richiede veramente grandi sforzi intellettuali per l'applicazione ma quando riesci ad apprezzare certi risultati, ti senti veramente contento, come adesso io. Poi rendere soddisfatto un brontolone come Alfredo non è cosa facile, forse ci voleva l'omeopatia.

Proseguo il mio giro della mattina, adesso la temperatura è decisamente più calda inoltre devo andare da "Saro" la mia prima "vittima" omeopatica. Come non ricordare che la prima bovina curata omeopaticamente è stata la sua. Sono passati parecchi anni e ricordo tuttora quella bovina con un papilloma sul collo, grande come un'arancia e una serie di altre piccole neoformazioni sulle palpebre e nelle mammelle. Come non ricordare lo sguardo scettico, pieno di dubbi (che erano anche i miei) con cui mi osservava mentre preparavo il rimedio e con cui chiaramente mi diceva: "ma ... se proprio ci tieni prova, però mi sembra tanto una fesseria". E come non ricordare, dopo circa venti giorni dalla somministrazione, la sua e mia sorpresa nel vedere sparire i papillomi piccoli e nell'osservare la progressiva diminuzione con totale scomparsa del papilloma grande.

La visita di oggi è per una vecchia conoscenza, si chiama Panda ed è una bovina di circa dieci anni affetta da reticolite traumatica di vecchia data che, in occasione dell'asciutta e del parto, ripresenta i sintomi del corpo estraneo. In più c'è una vacca partorita da poco che manifesta un quarto della mammella gonfio, duro, molto doloroso con secrezione lattea alterata. La vecchia Panda, quest'anno, ha iniziato il suo problema un po' in anticipo perché è gravida solo di cinque mesi, però l'algia al garrese è manifesta e non si alimenta. Con una sola dose ad alta potenza del suo rimedio ritornerà alla norma, com'è sempre successo negli ultimi anni.

Per la vacca con la mastite il problema è diverso, dopo il rimedio dell'acuto dovrò rivedere tutto il quadro per cercare il suo rimedio definitivo.
La mattinata è quasi passata, però devo controllare ancora una bovina di un'azienda che ho visto crescere dalla sua nascita ad adesso che è diventata un allevamento leader della zona.

Veramente anche quest'azienda è stata tra le prime ad accettare l'omeopatia, anzi è stata quella che non si è arresa ai primi risultati deludenti, dandomi sempre la possibilità di sperimentare e provare. Mi sembra quindi giusto che adesso usufruisca di tutti i vantaggi dell'omeopatia, dal costo ridotto dei rimedi alla completa assenza di residui farmacologici nel latte e carne che si traduce in un consistente guadagno economico per non avere latte antibiotato che ovviamente non può essere conferito al caseificio.

Andrea mi aspettava, tanto è vero che la bovina è già sulla travaglia con il piede lesionato in evidenza, pronto per la visita. È una bella ulcera soleare, non complicata, con delle lesioni che interessano la parte centrale della suola dell'arto posteriore. In questa patologia degli arti ormai ho una casistica notevole: tre dosi in successione del rimedio adatto aiuteranno la bovina alla risoluzione del suo problema.

È ora di tornare a casa: mentre scendo dalla collina, mi sorprendo a pensare che in questo mondo in continua evoluzione e con cambiamenti radicali anche la mia professione si è modificata radicalmente. Certo, anche gli allevatori si sono trasformati, ormai sono degli imprenditori che devono confrontarsi con le regole dell'economia. È giusto che sia cosi: però, rimane il rammarico di quel calore umano tanto caro ai nostri "vecchi" della campagna; rimane il rammarico che la "visita" è uno strumento professionale in cui si avverte sempre meno quel rapporto profondo di compartecipazione che si traduceva nel sostare accanto al cammino acceso, nel parlare e sentirsi raccontare tanti episodi di vita vera, vissuta dignitosamente e con tanto buon senso.

Chissà, forse anche per questo studio e pratico omeopatia, la medicina dell'essere vivente nel suo insieme, dove è necessario considerare il malato nella sua completa entità biologica psichico - fisica, non solo un fegato malato, un cuore malato o una mammella malata.

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