Colica da costipazione nel cavallo. Tre casi clinici omeopatici
Categorie: Omeopatia per Animali
Autori: Carla De Benedictis, Mauro Gattuso
Fonte: Il Medico Omeopata - Rivista
Per colica, o meglio, sindrome colica nel cavallo, si intende una serie di sintomi più o meno collegati di facile individuazione da chi vive con quest'erbivoro monogastrico. Infatti, in relazione al relativamente ridotto volume gastrico, il cavallo ha delle limitazioni sul modo di assumere l'alimento. Ad esempio si dovrebbe evitare di somministrare grossi quantitativi di mangimi (granaglie, fioccati, ecc.) in una sola volta, ma dividere la razione giornaliera almeno in 2-3 pasti. In natura il cavallo si alimenta d'erba o foglie in base alle stagioni un cavallo adulto può mangiare circa 90-120 Kg d'erba fresca al giorno e considerando una percentuale di umidità pari al 70-85%, si arriva al 15-25% di sostanza secca giornaliera. Oppure, quando viene messo in scuderia, può assumere 10-20 Kg di fieno, con un gradiente di umidità del 15-30%, e avena, mangimi pellettati, ecc., possono integrare la sua dieta, specialmente se il soggetto è adibito all'attività agonistica.
Secondo le nostre esperienze, le cause più frequentemente riscontrate di sindrome colica nel cavallo sono principalmente da attribuire ad errori di gestione alimentare ed ambientale come ad esempio eccesso di alimento secco (mangimi, granaglie ecc.) somministrato in unica volta, cattiva conservazione del fieno (muffe, fermentazioni non completate), mancanza, scarsità o non idoneità d'acqua da bere (in base agli alimenti ed alle condizioni fisiologiche da 20-70 litri al giorno).
Altre cause meno frequenti, in relazione alle più moderne conoscenze delle profilassi antiparassitarie equine, sono le coliche da verminosi, che possono provocare danni sia direttamente sulla mucosa intestinale (gastrofili, strongili adulti, tenie), sia indirettamente sulla vascolarizzazione stessa ad opera delle migrazioni degli stadi larvali degli strongili. Impiegando vari tipi di vermifugo in base ai cicli dei parassiti ed operando un'attenta gestione dei pascoli si può ridurre al minimo il rischio di coliche da vermi. Le cause meno frequenti sono quelle batteriche, traumatiche, neonatali da mal adattamento, ecc.
La sindrome colica nel cavallo può avere due possibilità terapeutiche, quella clinico-farmacologica, che fortunatamente è la più frequente, e quella chirurgica, più grave e di prognosi estremamente più riservata. L'insorgenza della sintomatologia clinica è generalmente sempre improvvisa e generica ed occorre quindi emettere il prima possibile una diagnosi differenziale fra colica chirurgica e colica medico-farmacologica. Se trattasi di colica chirurgica, il soggetto previo trattamento tranquillante e analgesico, va prontamente inviato nella struttura clinica più vicina per l'intervento.
Casi Clinici
Vengono presentati 3 casi clinici di colica da costipazione nel cavallo in cui viene usata l'omeopatia unicista nell'unico modo possibile durante un evento acuto in un animale omeopaticamente sconosciuto l'individualizzazione dei pochi, ma chiari sintomi presenti.
Si ritiene utile tale esposizione perché, in certi casi, come il seguente, la medicina ufficiale ha pochi mezzi di intervento e perché dopo il fatto acuto è stato possibile rivedere con calma il caso e somministrare il rimedio costituzionale in base ad un'attenta anamnesi omeopatica. Ancora, occorre aggiungere che la colica del cavallo è un evento dal quadro drammatico e spesso mortale, che non ammette molti ritardi.
RITENZIONE DI MECONIO - Marzo 2003
Puledro di un giorno di vita nato da parto eutocico, figlio di una madre PSI e di uno stallone di montagna. Si presenta molto grosso alla nascita e completamente autonomo. Inizia col tenesmo alla fine del primo giorno di vita con sforzi espulsivi che per fortuna hanno indotto i proprietari poco esperti a chiamare il Veterinario.
Alla visita tutto si presenta normale e provo con delicatezza la rimozione manuale delle feci. L'alvo è completamente vuoto e così ho la percezione che sarà un cosa lunga. Non faccio in tempo a pensarlo che il puledrino comincia ad avere dei forti dolori colici. Mentre si scalda l'acqua per la sonda rino-gastrica, inizio a somministrare Nux vomica 30 CH (nella convinzione che si debbano risolvere problemi di antiperistalsi) ripetuto ogni 5 minuti. Effettuo il sondino rino-gastrico con acqua calda e vasellina e, come succede spesso, la situazione peggiora, i dolori si fanno sempre più forti e l'alvo rimane drammaticamente vuoto.
Passo a Nux vomica 200 CH ogni 5 minuti e decido, come anche nei casi successivi, di distrarre il puledro dai suoi dolori facendolo muovere dietro la mamma. I borborigmi sono presenti solo a sinistra e progressivamente i dolori sia calmano. Vado a fare un'altra visita e dico di contattarmi se c'è qualche problema.
Durante la mia assenza, viene somministrata della Novalgina e, quando finisce l'effetto, i dolori sono ancora più forti. Somministrare antidolorifici ai cavalli con semplici coliche da costipazione è purtroppo un errore molto diffuso che rischia di trasformare una semplice colica in colica chirurgica.
Quando torno sul posto la situazione è peggiorata oltremodo, perché la Novalgina ha ridotto ancora di più la motilità intestinale. Somministro Opium 30 CH ogni 5 minuti che libera l'alvo nel giro di 20 minuti. Lascio anche Opium 200 CH da somministrare ogni 3 ore il giorno successivo.
Il puledro non ha più avuto recidive.
ALDO, IL CAVALLO DEL CIRCOLO DI SVEZIA - Aprile 2003
Vengo chiamata di mattina dal proprietario di un circo che ha un cavallo in colica. Quando arrivo trovo un bestia stremata dal troppo passeggiare, disidratata da somministrazioni di furosemide e da un precedente intervento di un collega che aveva somministrato un antidolorifico potente, ma senza risolvere la situazione. I dolori sono fortissimi ed il cavallo, Aldo, non riesce a stare in piedi.
Mi trovo tutti gli operatori del circo intorno in quanto nel pomeriggio del giorno successivo c'è in programma lo spettacolo e lui dovrebbe essere il capofila. La frequenza cardiaca, per fortuna, è 41, ma le mucose appaiono fortemente congeste, di color mattone. Dall'anamnesi emerge che nel trasferimento precedente, nei pressi di una località balneare, i cavalli pascolando avevano ingerito una grande quantità di erba inquinata (questa è l'opinione dei proprietari) e tutti i cavalli erano andati in diarrea con feci di colore scuro. Anche l'elefante stava male e presentava una estesa ascite!!!
Ispirata dall'anamnesi, somministro Arsenicum album 30 CH ogni 5 minuti ed eseguo la sonda rino-gastrica con acqua calda e vaselina. I dolori non si placano, ma Aldo è anche stanco e lo faccio riposare seduto per terra. Il rimedio non fa l'effetto sperato. Dopo un po' provo col movimento e più volte il cavallo si ferma con lo stimolo di defecare, ma non ci riesce nonostante gli sforzi.
Eseguo un'esplorazione rettale le poche feci reperite sono secche ed il cieco è una massa dura. A questo punto mi vengono dei dubbi sull'eziologia di questa colica e chiedo altre possibili notizie, così scopro che le feci diarroiche contenevano anche grosse quantità di sabbia di mare. Questo spiega l'esito della mia esplorazione rettale.
Ho avuto diversi casi di sand colic, coliche da sabbia, si tratta di disturbi molto lunghi da risolvere, poiché la sabbia si deposita tutta sul fondo del cieco e lì rimane, provocando fortissimi dolori. I battiti cardiaci rimangono nella norma, il grado di disidratazione rimane basso e le mucose appaiono molto congestionate.
Somministro Opium 30 CH ogni 5 minuti per i primi 20 minuti, poi ogni 15 minuti per le successive ore. La situazione migliora dopo un'ora in quanto si placano i dolori, ma solo nel tardo pomeriggio si sblocca un po' l'intestino. Sembra tutto risolto, ma la sensazione è che non ci siamo ancora. Infatti, il mattino dopo, il cavallo ha di nuovo i dolori. Rifaccio una sonda e somministro Opium 200 CH. La situazione si sblocca definitivamente; Aldo farà lo spettacolo nel pomeriggio e continuerà ad evacuare grosse quantità di sabbia per una settimana intera! In un secondo tempo gli somministro una dose di Calcarea carbonica 200 CH nel tentativo di ridurre la sua propensione ad ingerire sabbia (cibi, desiderio di strane cose, indigeribili). Non ha più avuto recidive.
BORA, LA CAVALLA VESSATA - Maggio 2003
Una domenica, all'ora di pranzo, mi accingo ad affrontare un ennesimo caso di colica. Dopo aver fatto un'accurata visita, emetto diagnosi di colica da costipazione causata da eccessivo uso di crusca asciutta nella dieta. La frequenza cardiaca è 42, la disidratazione è lieve e le mucose sono molto congeste.
Noto anche molte cicatrici vecchie e nuove sparse qua e là e ne chiedo spiegazione ai proprietari che mi dicono sono state causate da un'altra cavalla dominante, che vessava Bora, al punto di non farla avvicinare all'acqua da bere. Mi tengo queste notizie per una repertorizzazione successiva.
L'animale presenta dei forti dolori si corica si rotola per terra e, dato che aveva funzionato così bene nei casi precedenti (i momenti di debolezza domenicale sono sempre in agguato!), corro a prendere Opium, pensando di risolvere prima la costipazione. Con costernazione mi rendo conto di non averlo ordinato è finito, è domenica e mi prende un momento di panico. Frugo nella mia mente "disturbi da vessazione" e mi vengono in mente Nux vomica e Staphysagria.
Somministro Nux vomica prima della sonda rino-gastrica.
La cavalla non riesce a stare in piedi anche per i dolori che sono fortissimi. La crusca ha la capacità di indurirsi al punto da intasare scolatoi e fogne, figuriamoci un intestino a corto di acqua! Appena tolta la sonda la cavalla casca per terra collassata, occhio vitreo, orecchie gelide e addome gonfio. Corro in macchina e prendo Carbo vegetabilis 200 CH, pochi granuli sotto la lingua.
Se non l'avessi visto non ci avrei creduto, pensando alle farneticazioni di un esaltato unicista, ma non passa un minuto e la cavalla si riprende e si mette a sedere, le orecchie si scaldano e l'occhio riprende vitalità. Nux vomica non funziona, non ora comunque.
Sfoglio il Repertorio, cerco su ABDOMEN PAIN - cramping griping, mentre la cavalla passeggia. Scelgo Plumbum per la stitichezza caratteristica e coliche addominali forti e perché quando la cavalla ha i dolori sembra presa da una forza incontrollabile che la porta a camminare contro gli oggetti e a farsi del male. Le somministrazioni ogni 10 minuti rimettono in moto tutto l'intestino dopo circa mezz'ora, ma questo aggrava ancora di più i dolori. Poi, improvvisamente, i dolori si placano e ci sono accenni a defecare, ma senza esito. Lascio la cura e vado a casa stremata con una coscia tumefatta ho anche preso un calcio... sono le otto di sera.
Alle 21 mi chiama il proprietario e mi dice che la cavalla è tranquilla "Ci vediamo domani mattina alle 6." Alle 5 mi chiama e mi dice "Sta morendo, l'ho trovata in un campo lontano, ha passato fili spinati e fossi, è per terra, fredda, non ce la fa." Mi sento gelare a mia volta. Mi vesto in un attimo e corro lì, si fa per dire, 6 km di sterrato con buche. e la macchina nuova. Quando arrivo lo trovo con la cavalla in piedi, che sta facendo un bel pasto di fieno e mi riferisce che è andata di corpo. Esamino le feci e vedo che sono unte di vaseLlina, dunque è canalizzata. Lui candidamente mi dice "Si è alzata senza problemi e l'ho riportata a casa. Forse era stanca e si stava riposando."
Il giorno dopo le somministro Staphysagria 1000 CH da ripetere dopo una settimana. Bora non ha più avuto recidive ed è riuscita a stare meglio nel branco, sempre con un occhio di riguardo da parte dei proprietari, e la crusca è stata eliminata dalla dieta.
Bibliografia
1. BOERICKE W. - Materia medica omeopatica - Homeopathic Book Publishers, London,1998.
2. DEL FRANCIA F. - Comportamento del cavallo ed omeopatia - Scuola Superiore Internazionale di Medicina Veterinaria Omeopatica "Dott. Rita Zanchi", Cortona, 2000.
3. KENT J.T. - Repertory of the homoeopathic materia medica and the word index - 6th Edition, Jain Publishers, New Delhi, 1986.
4. KENT J.T. - Lezioni di materia medica omeopatica - IPSA Ed., Palermo, 1994.
5. NATHANIEL A., WHITE II - The equine acute abdomen - Lea & Febiger, Philadelphia, 1990.
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