Agro-omeopatia. La cura omeopatica del meraviglioso mondo delle piante

Pubblicato il 03/10/2018

Categorie: Attualità

Autori: Nunzio Chiaramida

Fonte: Il Granulo

Agro-omeopatia. La cura omeopatica del meraviglioso mondo delle piante

L'omeopatia può essere una terapia valida anche per le piante e le coltivazioni? Nel corso del 64° Congresso Mondiale della LMHI (Lega omeopatica internazionale fondata nel 1925) a Varsavia nell'agosto del 2009 si è tentato di dare una risposta a questa domanda grazie ad una sessione congressuale dedicata all'Agro-omeopatia, con la supervisione di Radko Tichavsky, uno dei principali esponenti di tale disciplina.

Il mondo vegetale, sorgente della maggior parte dei medicamenti omeopatici utili per l'uomo, può essere trattato con l'omeopatia. I primi studi sull'applicazione dell'omeopatia alle piante furono condotti da uno degli allievi prediletti di Hahnemann, von Boenninghausen, esperto botanico ma che non ha lasciato molti scritti sull'argomento. Nei primi anni del XX secolo Rudolf Steiner e i suoi collaboratori eseguirono studi sull'uso di medicamenti omeopatici per le piante grazie ai quali svilupparono la cosiddetta Agricoltura Biodinamica, che si distingue dall'Agro-Omeopatia in quanto prevede l'uso di un limitato numero di rimedi omeopatici da utilizzare secondo criteri che si rifanno alla filosofia antroposofica steineriana.

Schauberger, contemporaneo di Steiner, contribuì con studi sulla fertilità del suolo in relazione ai campi magnetici, il tipo d'irrigazione, il tipo d'aratro. Questi i precursori; studi recenti testimoniano l'importanza e la base scientifica di questa branca dell'omeopatia. In Italia il centro diretto dalla professoressa Bietti del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell'Università di Bologna è uno dei luoghi in cui si studia l'applicazione dell'omeopatia al mondo vegetale. In Sudamerica sono state prodotte ricerche sull'Agro-omeopatia degne di nota come quella recente di Lensi sulla crescita di Phaseolus Vulgaris (il fagiolo) in terreni salini sotto l'azione del Natrum Muriaticum 6 CH e 30 CH, (pubblicata su Int Journ. High Diluition Res. 2010; 9(30):43-50.) Questi studi testimoniano del marcato effetto che i medicamenti omeopatici possono ottenere nel mondo vegetale e che sarebbe arduo attribuire ad un'azione placebo.

L'Agro-omeopatia utilizza le capacità di reazione della pianta stessa e la si può applicare sia in senso preventivo sia curativo. La presa del caso e la condotta terapeutica dell'Agro-omeopatia ricalcano le indicazioni date da Hahnemann per la cura degli esseri umani. La coltivazione va esaminata in senso olistico, cioè come un insieme, valutando tutto ciò che è presente nel campo coltivato: i sintomi su cui basarsi per la scelta del trattamento omeopatico possono essere ricavati dall'osservazione della pianta o del tipo di campo e prendendo in considerazione le erbacce o gli insetti presenti, espressione della reazione del campo stesso, e le cui variazioni spesso consentono di valutare le prime risposte all'azione del medicamento omeopatico che è somministrato preferibilmente sulle radici non esposte direttamente alla luce solare e, in genere, al tramonto. Infatti, alcuni medicamenti come Sulphur potrebbero seccare eccessivamente la pianta e annerire le foglie se somministrati alla luce solare.

I medicamenti omeopatici utilizzabili per le piante sono in gran parte gli stessi che si utilizzano per l'uomo e gli animali. Esistono tuttavia rimedi più specifici per le piante, con maggiore effetto sui di esse piuttosto che sugli altri organismi. Alcuni dei medicamenti omeopatici più specifici per il mondo vegetale derivano da piante che resistono ad ambienti estremi e che permettono di incrementare la resistenza delle piante alla siccità o al gelo aumentando il raccolto in tali condizioni.

Uno degli studi presentati al Congresso della LMHI attesta, per esempio, che i rimedi omeopatici possono favorire la crescita rigogliosa di piante di pomodori anche in terreni caratterizzati da forte aridità senza ricorrere a sostanze chimiche e inquinanti: la documentazione fotografica presentata al Congresso evidenzia la differenza di crescita tra le piante trattate omeopaticamente e quelle non trattate coltivate sullo stesso tipo di terreno. Poiché l'Agro-omeopatia tende a stimolare la reazione vitale della coltivazione o della pianta può prevenire e trattare parassitosi e patologie del mondo vegetale evitando il ricorso a pesticidi, antiparassitari, fertilizzanti e altri agenti chimici che entrano nei cicli biologici delle coltivazioni, arrivano sulle nostre tavole e sono da noi ingeriti. Nei campi le cosiddette "erbacce" assieme ai microrganismi presenti nel terreno, ai funghi e agli insetti costituiscono un sistema complesso d'interscambi di segnali e di nutrienti: la vitalità e la capacità di sviluppo dell'ambiente vivente in cui crescono le piante possono essere compromesse dall'uso di diserbanti e anticrittogamici, che non fanno distinzione tra elementi utili ed elementi dannosi.

Inoltre, più una pianta è selezionata meno ha forza vitale (= capacità dinamica di adattamento) e meno è capace di sopravvivere senza l'aiuto costante dell'uomo. In aggiunta, lo sfruttamento intensivo dei terreni coltivati può renderli progressivamente sterili con il risultato che i cibi che mangiamo sono poveri in principi nutritivi e possono contenere sostanze tossiche o loro residui. Dunque l'inquinamento chimico del terreno influenza la nostra alimentazione e, quindi, lo sviluppo dell'Agro-omeopatia, considerata come un ramo della biotecnologia a basso costo molto importante per uno sviluppo ecosostenibile e rispettoso della natura e dell'ambiente, potrebbe essere una valida risorsa per il nostro futuro benessere.

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